Prima di scoprire chi fossero i titolari della sigla Necrophonix pensavo, vista la grafica in puro stile patologico – di avere fra le mani il nastro di qualche epigono dei Carcass; non che la cosa mi sarebbe dispiaciuta ma, poiché non è tutto grind-gore quello che sanguina, leggere i nomi di Devis Granziera (Teatro Satanico) e Davide Tozzoli (N.) mi ha indirizzato da subito verso tutt’altri lidi. Il duo è la continuazione, con parziale cambio d’assetto, del progetto Necrophonie di Granziera – Cobelli (Atrax Morgue) interrotto una decina d’anni fa dalla morte di quest’ultimo e rinato pienamente nello spirito e con una nuova ma simile ragione sociale all’insegna del noise-industrial di allora; è musica che tutto sommato non sta invecchiando troppo velocemente e che si ascolta ancora molto volentieri, a patto di essere avvezzi a certe sonorità. Va anche detto che i due non si lasciano andare a particolari efferatezze, privilegiando gli aspetti più…musicali del genere e sacrificando il fascino (a volte perverso) di un’opera stilisticamente omogenea alla varietà e al piacere dell’ascolto. I loop (ritmici, vocali, elettronici) fanno da trait d’union fra le composizioni e da base ad ognuna di esse, poi sono gli elementi aggiunti a dare tono e colore: Necrosick 1 incide con la fredda determinazione di un serial killer fra distorsioni sintetiche e drum machine, Necrosick 3 è elettronica spaziale sezionata da battiti meccanici, Necrosick 5 ricama trame oscure con un organo sulfureo e una batteria elettronica, Necrosick 7 sovrappone latrati e conversazioni a una base orchestrale in odore di Puissance e In Slaughter Natives, Necrosick 9 è la classica chiusura in stile ambient. C’è un po’ di tutto insomma, materiale elaborato con sapienza e gusto che, pur costituendo un percorso laterale rispetto alle consuete occupazioni degli autori, non è secondario dal punto di vista della qualità e dei risultati.
https://www.youtube.com/watch?v=Ce7pfmeIWp4