Mouche-Miel – Satellites (Hummus, 2023)

Ancora Hummus Records, dopo i Beurre, a rimarcare il piacere di suonare pesanti e dinamici in Svizzera. Duo chitarra e batteria i Mouche-Miel di Silas Auderset e Sébastien Minguely arrivano, dopo cinque anni e diversi concerti e radio session a mettere su disco il loro suoni. Le influenze sono quelle di un suono variegato, pesante e snello al medesimo tempo, come se il math rock fosse rivisto colorando con degli evidenziatori fluorescenti una grigia rivista di musica pesante. Interamente strumentali, mai noiosi, forti di una personalità che gli permette di sfuggire a facili catalogazioni attuali mentre il mio pensiero corre anni addietro a quei G.I.Joe di Clito’s Angel, dei quali non avranno mai sentito parlare ma coi quali, per corsi e ricorsi, avrebbero potuto essere degni compagni di scorribande. In Satellites trovano spazio principi, ninja, asini cosmici e bisonti, a conferma di un mondo personale preciso, corroborato dalla bella copertina a cura di Yves Hänggi. Le fasi più interessanti spesso sono nella breve quiete prima della tempesta, quando trattenendo il respiro ci si rituffa in quella melma che puzza tanto di Providence. Scalpiccii e furia in Bison, che esplode letteralmente in una gragnuola di colpi, semplice pesantezza perfettamente plasmata in Tephigram che riesce a garantire una parvenza quasi epica al duo. Poi i frulli cangianti di Babakoto, talmente trascinante che anche Melvin, il mio cane, ne respira il tempo dando l’impressione di un mantice nervoso. Fusée, razzo, chiude Satellites andando a due velocità fra gli strumenti, ingranando pian piano e lasciando presagire scoppi ed esplosioni che potrebbero volgere al drammatico in ottica viaggi spaziali. Speriamo ovviamente di veder ritornare sani e salvi Silas e Sébastien, che il naufragar ci è dolce in questo spazio ed in questo suono. Altro colpo Hummus.