Miss Grit – Follow The Cyborg (Mute, 2023)

Artista di base a New York e di estrazione in parte coreana ed in parte statunitense Miss Grit è voce ed anima leggiadra. Svolazza candida tra nuvole di suono fra elettroacustica e rintocchi digitali, con la capacità di lanciare ganci e virtuosismi pop notevoli. Il concept dietro Follow the Cyborg è quello che ci portiamo dietro da quando la civiltà umana ha iniziato a macchinare ed a mercanteggiare con surrogati digitali ed androidi. Una macchina che dall’uomo è formata sarà limitata all’uomo o potrà mai emanciparsi dalla sua condizione servile? Motivo di paura e di preoccupazione certo, ma in fondo la musica è già andata oltre questo dilemma etico, vivendo di vita propria ed emancipata una volta prodotta. Così i brani di Miss Grit, che si abbeverano in quel che sembra essere un cantautorato pop digitale e che ci accarezzano così delicatamente da farci dubitare siano parte di un esordio e siano frutto di una gestazione umana. Caldamente storti e slacker a tratti, come la dolcissima Nothing’s wrong, addirittura andersoniani come nella titletrack, Miss Grit dimostra personalità, studio ed attenzione, portandoci con sé nella sua aria, con la sua tesi. Poi nella sacca di meraviglie porta con se piccoli uptempo che sembrano ricordano alcune cose della signora Deal se fosse stata trasportata su un astronave, Like You, per poi riportarci all’ovile in quella che sembra un’alba cosmica fatta di piccole cose. Miss Grit ci lascia più interrogativi che certezze con questo esordio, in primis perché potrebbe giocarsela su piani e su pianeti differenti, a livello acustico e confidenziale oppure elettronico e ritmico. In ambedue i campi dimostra di avere carte da giocare e se l’album perde un pochino in struttura ne guadagna in dinamicità e sorpresa. L’ultima domanda resta quella classica: gli androidi hanno un cuore?
Non vorrei sbilanciarmi, ma in questo disco ci sono brani con la capacità di romprerne qualcuno.