Lonnie Holley – Oh Me Oh My (Jagjaguwar, 2023)

“Hai gli occhi del mare
E il muso di una barca
I marinai,e’ strano
Anche a terra sono in acqua
Tua madre ti ha cucito
Su una faccia da cane
Due brillanti che indossi
Quando imbarchi il destino”
Questa poesia di Leo Ferrè non e’ dedicata a Lonnie Holley, ma e’ perfetta per descrivere come mi sono sentito quando sono stato faccia a faccia con Lonnie.
Avevo intuito dalle sostanziali differenze delle foto in copertina che tra i primi due album di Lonnie fossero trascorse svariate decine di vite diverse vissute… ora infatti i suoi occhi sono quasi inglobati da un viso che si attorciglia su se’ stesso come a proteggerne la brillantezza e la purezza.
Il”mio”Lonnie atterra a Bristol poco prima della pandemia, con la sua “nave spaziale” come l’avrebbe chiamata quel genio assoluto di Federico Tavan,che ci manca così’ tanto.
Non e’ piu’ il Lonnie di Just before music, e’ questo cuore vagabondo che con un pianoforte,il suo sorriso, i suoi silenzi e la sua voce ti tengono sospeso tra terra e cielo per una serata intera. Anche questo “Oh me oh my” e’ fatto,come il precedente MITH, per un Holley alla “less is more”, la chiave della sua arte sta tutta nel perdersi dietro i refoli della sua voce… su disco invece vuole strafare e si fa coinvolgere in arrangiamenti eccessivi, che quasi lo mandano fuori giri… ma ti vogliamo bene lo stesso,caro cantore di storie da marciapiede, di rapporti ancestrali,di sentimenti polverosi ma mai impolverati,di cose di tutti i giorni e per questo preziose.
Particolarmente centrate le collaborazioni con Moor Mother e Sharon Van Etten.
Forse basterebbe solo una tromba e un coro alle sue spalle, chissà un giorno magari un suo disco live…
Dal vivo ve lo consiglio, parla molto tra un pezzo e l’altro col suo pubblico, non si mette a fare i tarocchi agli spettatori come Angel Bat Dawid ma come empatia e coinvolgimento siamo lì’….