LIBERATO – II (Autoprodotto, 2022)

A chiudere la trimurti campana dopo Nziria ed Almamegretta ecco tornare Liberato, l’entità che ormai da 5 anni a cadenza regolare e con la collaborazione di molti altri artisti (Francesco Lettieri in primis, che firma ormai letteralmente i suoi video). Dopo l’esordio ed Ultra (bellissima colonna sonora dell’omonimo film, liquida e gravida di spunti molti interessanti anche slegata dalle immagini), Liberato è stato in grado, singolo dopo singolo, di costruirsi un immaginario che brano dopo brano si è modificato, lasciandoci rispetto a lui con più dubbi che certezze e molte, molte aspettative.

L’impressione iniziale è che Liberato sia maggiormente sgarzolino, almeno inizialmente. Sembra quasi che il tempo non sia passato e che il nostro ancora scorrazzi con motorino e bomber d’ordinanza, alle prese con un insieme di tòpoi romantici sospirati con stile e freschezza da golfo. Poi vabbé, i pezzi per cui impazzire ci sono, Cicerenella e la sua ridda ritmica in primis, così come l’iniziale Partenope, ma l’impressione è quella di trovarsi davanti ad un lavoro monco, che dimostra poca garra e gioca su campi che convincono meno rispetto al suo passato. Meglio la linearità di una melodia per il dancefloor come Nun Ce Penzà rispetto ad una trottola bruttarella come ‘Na storia e Na sera. Che dire? Continueremo ad ascoltare ed ad aspettare Liberato ma a questo giro, forse a causa delle partenze di Insigne e di Mertens, anche lui ci sembra essere un po’ scarico. Aspettermo la prossima, De Laurentis giocatela bene!

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