Horsegirl – Versions of modern Performance (CD Matador, 2022)

Penelope, Nora e Gigi, due chitarre, due voci, una batteria, tutte sotto i 20 anni.
Due di loro sono al primo anno al college, la terza è senior al liceo, l’età perfetta per un debutto, considerando che il loro primo singolo è comunque del 2019. Quindi pronte e via, all’Electrical Audio di Chicago con John Agnello per quello che a prima vista sembra essere un bignami di certo college ed indie rock di qualche anno fa. Il suono è sporco e spontaneo, i brani entrano nella testa come piccoli trapani anche quando sono ridotti all’osso, senza nessun tipo di fibra intorno, come nel caso di Beautiful Song. In altri frangenti sembra che le canzoni si possano distruggere da un secondo all’altro, quando il tiro scassone delle tre prende il sopravvento. Ma rimangono e riemergono, a dimostrazione di come siano ben congeniate, con i giusti rilasci salmastri ( Bob Bog 1) e la capacirtà di mantenere a tiro quello che ad un primo avviso sembra un’accozzaglia di note equilibrando sempre e comunque melodia e rumore..
Buon gusto, tecnica, coraggio, capacità di essere assolutamente fuori tempo massimo per una musica del genere, sfacciataggine.
Rispolverate la vecchia radio portatile, piazzatevi in giardino, fate altro e lasciate le ragazze suonare, vi accorgerete ben presto di quanto bene si sposeranno con la vostra testa, sia essa coetanea o con qualche annetto in più. Vi ritroverete ad ondeggiare, fors’anche a roteare braccia su chitarre immaginarie come in Option 8, cantando a cazzo parole sbagliate, commuovendoci con Billy, pensando che forse ci rimane una minima briciola di speranza. La band che ogni liceo dovrebbe avere,  brava la Matador a fare scouting in questo senso, scommessa già vinta.
Ah, ho dimenticato di scrivere qualche riferimento stilistico. Non ce n’è bisogno, fidatevi…