Haleiwa – Hallway Waverider (Morr, 2022)

Voci lontane, robotiche e glaciali, ritmi ondivaghi e decisi. Il quarto album del progetto capitanato dallo svedese Mikko Singh continua sulla rotta di quanto prodotto in passato. Folgorato in giovane età inizia un percorso che lo porta a sperimentare digressioni neo classiche, influenze garage, surf, abbracci al mondo fuzz e psichedelico. La mole di suono espressa è notevole, la musica ha un volume avvolgente e si muove sopratutto in tentazioni dream pop (la voce, la chitarra, i colori) il resto è puro ammennicolo ma fa viaggiare storia e fruizione. Lo si immaginerebbe quasi contornato da marshmallows, zuccherini e lievi, a muoversi lentamente a mezz’aria. Quando però calca sull’acceleratore, come in Watered Down ad esempio, scocca una sorta di magia: il tiro è colorato e vaporoso, assolutamente irresistibile nella sua leggerezza. Si va così, in un naufragare ben dosato, ascoltando la voce di Mikko, Piu lento, più veloce, come le onde, come gli skateboards. Tutto va bene, sembra dire Mikko al sé stesso adolescente. Forse è addirittura soltanto un sogno, nel dubbio cerchiamo di rimanere in piedi danzando sulla tavola sopra al groove.