Fulvio Tulli – Home Will Be Snow (Autoprodotto, 2022)

Fulvio Tulli è un cantautore che si muove fra Roma e la Spagna, esprimendosi sia in italiano che in inglese. Lo “scopro” grazie al primo signolo estratto dall’album a nome Brother Psicotico (che spero essere di prossima uscita, qui potete ascoltarvi Sueños Sin Dormir che è a dir poco irresistibile: https://youtu.be/fGa1nk8U8i4). Vorrei però iniziare ad approfondirlo con Home Will Be Snow, lavoro berlinese di rielaborazione di brani composti negli ultimi 3/4 anni in compagnia di Joseph Minto alla batteria, Flora Tarumim alle backing vocals, Malte Bogner alla batteria, Pesky e Guglielmo Nodari ospiti invece in un brano ciascuno. Sulla copertina Fulvio parrebbe essere la giusta via di mezzo fra una copia sputata di John Lurie ed una di John Cale. Il suono ha fascino e stile, vive di borbotti e slanci, lirico e rovinato. Gioca con il ritmo latineggiante ma sempre con un’aria da crooner impassibile, leggero ed ombroso. Potrebbe essere un Jonathan Richman se invece dei fratelli Farrelly lo avessero assunto per un loro film i fratelli Coen. A tratti, sui toni più alti e dimessi viene quasi in mente Jeff Buckley, o per lo meno un suo spirito ondivago… ma Fulvio ha il catrame dentro di sé, ne sono certo, sarebbe in grado di trasformare in nero qualsiasi cosa se lo volesse. Sembra infatti avere perennemente la possibilità di trasformare le canzoni in uno sputo oppure di innalzari ad inni buttandola in caciara. La band lo aiuta, spingendo piratamente in maniera sporca, a costruire un quadretto di quelli che tanto ci piacciono. Vista la sua prolificità non credo mancherà molto affinché Tullio centri l’obiettivo, immagino basti scegliere cosa voglia fare. Io intento me lo godo così, marcio il giusto, avvinazzato e convinto nel portare avanti la parte zozza ed oscura della musica, a volte a canti, a volte a calci. Intimi, folk, urlati, da busker, a cuore aperto, incazzati, addirittura un’orchestrazione da grandeur in A Moment Of Blur. La title track poi, che dire? Una Christmas Song che piacerebbe parecchio a Roger Rossini, una Long Lasting Pause che sarebbe piaciuta al focolare Carter & Cash, inflessioni reggae… Sono dodici pezzi, toccanti e beffardi, a sto giro direi che va più che bene. Andremo e recupereremo il resto.