Il nuovo disco di Grand Drifter è corto, molto corto, troppo. Soltanto 21 minuti per sette brani. Tre minuti a brano, è musica pop, dolce musica pop classica, voce e chitarra, che sarebbe potuto essere pubblicato nel 1965 a Fresno, oppure ad Aberdeen. La velocità di assorbimento dei brani e la fruibilità del disco, assieme al gusto sopraffino negli arrangiamenti e nei toni, fanno di Paradise Window il perfetto compagno per i mesi autunnali, da ascoltare a piacimento. Perfetto al mattino, per prepararsi col giusto piglio alle giornate (caffè e Beautiful Praise e non vi fermerà nessuno fino a sera, accennerete anche qualche mossetta di ballo per me), affrontandole schioccando le dita e saltellando su pianole immaginarie. Terzo disco per Andrea Calvo, che non sbaglia un brano nemmeno volendo, portando avanti una tradizione pop che raccoglie nomi ed etichette enormi e minori, dai Beatles alla Sarah Records, da Joe Pernice ai Teenage Fanclub, dai Fuck a Paul Simon. Ognuno di noi ha una storia personale e sentimentale e la musica, lo sappiamo, è il collante che unisce e sottolinea i nostri ricordi: Paradise Window ha le capacità per arrivare proprio lì, al nostro cuore, a farci stare un pochino meglio, lenendo le piccole storture della vita quotidiana e magari a prendersi tre minuti di tempo per un ballo, un saluto, una chiacchiera, del buonumore.
Paradise Window si può assumere più volte al giorno senza controindicazioni, qualora i tentativi di imitazione nel canto diventino molesti si cerchi di essere pazienti, non siamo tutti Grand Drifter, anche se ciondolare e canticchiare è cosa della quale non possiamo fare a meno. Far ripartire il disco impegnandosi nell’immedesimazione, al prossimo giro saremo già migliorati un pochino.