Franklin Delano – Come Home (Ghost, 2006)

cover_card

Non c'è bisogno di presentazioni, in campo di cantautorato indie rock le quotazioni dei Franklin Delano, già altissime, si riconfermano dopo questo Come Home. Raramente capita di ascoltare un gruppo che fa dei suoi riferimenti e influenze un punto di forza, e che sa perfettamente come condurre e maneggiare un genere musicale. Detto ciò, è ascoltando questa band che il pensiero va subito alle migliori pagine dell'indie rock americano. E' in america (precisamente a Chicago), infatti, che la band bolognese ha registrato e missato l'album, come a conferirgli un imprinting indelebile. Tutto è al posto giusto, a cominciare dalla superba voce del cantante chitarrista Paolo Iocca, calato perfettamente in quella parte che poi è l'essenza di un Jeff Tweedy o David Berman, o fate voi. Ottimo pure l'apporto di Lucio Sagone (Ronin, Uncode Duello) alla batteria e Marcello Petruzzi (Caboto) al basso. Senza dimenticare una nutrita ospitata che va da Jim Becker dei Califone a Nick Broste dei Wilco. E, forse, anche per questo che che tutto ciò non risulta in qualche modo posticcio. Qui l'aria roots si respira ed è viva. Il fatto poi che preferivo il precedente Like a Smoking Gun In Front Of Me (più acerbo, più strano) è solo un discorso di preferenze personali. Inevitabili e in qualche modo ingiusti i paragoni con i pur bravi Midwest, ma l'american rock band based in Italy resta per ora una sola. Stavo pensando come la Ghost records stia piano piano crescendo, erodendo terreno ad una comunque rifiorita Homesleep. Sicuramente la label di varese gioca molto bene le sue carte. Indovinate un po' per chi hanno firmato recentemente i Canadians? Domanda retorica.