Fossil Aerosol Mining Project uscì con due cassette a fine anni ottanta, per poi ricominciare nel 2004 pubblicando parecchi dischi fino a questo vinile August 53rd in cui continua nel suo percorso sonoro con coordinate ben precise. Il materiale su cui si basano tutti i lavori sono vecchi nastri del secolo scorso consumati e rovinati dal tempo: suoni, rumori, canzoni e spezzoni di film sono rielaborati, dilatati, rallentati e distorti a formare una inquietante colonna sonora post industriale e Lynchana. La lavorazione non è troppo invadente però, ci lascia carpire brandelli dal passato, spezzoni e scampoli di qualcosa che non c’è più ma rivive in modo molto efficace e coinvolgente: il tutto è amalgamato davvero molto bene, non è un caso se negli ultimi anni ci sono state frequenti collaborazioni con :zoviet*france:, che è senz’altro un ottimo termine di paragone sia per l’approccio che per la qualità del risultato. L’estetica di archeologia in salsa industriale di pezzi della pop culture è resa in modo affascinante, condita anche con strani riferimenti apparentemente senza senso che legano le varie uscite tra loro come a voler ricostruire una qualche improbabile e falsa mappa sonora. D’altronde come dicono loro stessi la loro musica è fatta di “songs of enhanced decay and faked resurrection”.