Ensemble Uzi – S/T (Autoprodotto, 2009)

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Fa uno strano effetto sapere che un terzetto del genere, musica improvvisata che evita accuratamente la struttura strofa-ritornello, pur conservando la matrice rock, provenga dalla provincia (veronese, in questo caso). In realtà è la conferma di come le zone marginali, o quanto meno alcuni individui che vi risiedono, sappiano essere ricettive agli stimoli e ne facciano tesoro, facendosi forti, per certi versi, del proprio isolamento.

La registrazione di un gruppo "impro" sa sempre un po' di contronatura, cristallizzando un momento che dovrebbe essere unico e irripetibile e va quindi intesa più come capo d'opera che non come matrice per i live; questo dischetto, sebbene manchi dell'apporto del sax, ultimamente presente nelle esibizioni del gruppo, mette in luce piuttosto bene i percorsi che battuti durante le performance. Musica empirica che cerca spazio e lotta col silenzio, presenza incombente in tutte le cinque tracce, in un gioco continuo di pieni e vuoti che si serve di stilemi che vanno da certo jazz di confine fino all'elettroacustica, mantenendo però sempre un approccio fisico, tipicamente rock. A turno, il basso, la chitarra o la batteria guidano la danza, imponendo un ordine che gli altri strumenti si impegnano presto a sabotare; la tensione che ne consegue, nel tentativo spesso fallito di restaurare un equilibrio, è la musica dell'Ensemble Uzi.