Divide and Dissolve – Systemic (Invada, 2023)

Divide and Dissolve, l’unione artistica fra Takiaya Reed e Sylvie Nehill, è finalmente ritornata, dopo il successo di Gas Lit, con il loro nuovo album, il quarto, Systemic.
Inizia con Want, quella che sembrerebbe essere una registrazione di musica sinfonica che si fa sempre più vicina e quasi minacciosa. Il suono dolente e lirico del sax viene letteralmente investito e fagocitato da batteria e chitarra in una Blood Quantum che puzza di macerie organiche e magia dando l’impressione di un castello pronto a crollare e che alla fine evapora improvvisamente, lasciando di nuovo il fiato libero. Derail è doom ottundente, chitarra e batteria tra le quali serpeggia una vena melodica fiera ed ondulata. Simulacra mantiene il ritmo basso lavorando sulle intensità mentre Reproach si rifà piu pesante e bizzosa. Il suono di Divide and Dissolve appare in qualche maniera come puro, sacrale, attraversato da una litania che si ripete e si propaga come suoni fuori dal tempo. Indignation è programmatica in questo, perché parte da un’idea di tradizione che sembra venir soffocata ma resiste e risuona nelle profondità del brano, macilento e pesante ma che non riesce a distruggere quanto più antico e puro di lui. In Kingdom of Fear la parola dell’artista venezuelana Minori Sanchiz-Fung è incomprensibile ma significativa, a passare un sentimento di impotenza e di incomunicabilità fra le parti. Systemic è un disco piuttosto lineare che riesce, con un suo ordine, ad esprimere furia, intenzione ed un’idea originale di commistione che riesce a veicolare la fierezza e l’ impegno poetico e politico di Takiaya e Sylvie. Questo attraverso nove tracce di musica sinuosa, pesante e fresca, che si potrebbe volere di più?