Cut Worms – S/T (Jagjaguwar, 2023)

Chitarretta, bella voce imberbe ed amici come i Lemon Twigs. Max Clarke, nativo dell’Ohio, ce la suona e ce la canta con i tramonti sullo sfondo, l’amore per i grandi classici del pop e la modestia di chi, nel suo piccolo, riesce a ricucire piccoli classici minori come questo. Ogni brano di questo quarto album, escludendo una marea di ep è un potenziale strike. Immaginatevi un Paul Simon sorridente, ma anche un Randy Newman agile e scattante, a comporre un album che solletica e scava dentro ognuno di noi. Un album sulla crescita, la perdita dell’innocenza attraverso la canzone pop che ci riempie il cuore come un raggio di sole. Ricorda un altro artista del quale ho apprezzato il lavoro quest’anno, quel Juan Wauters con il quale condivide la capacità di dipingere quadretti semplici e mai banali, dove less is more e gli amici ed i collaboratori sono topping su una bella coppa gelato. Ma, ovviamente, non tutto è come sembra e dietro un bel sorriso si nascondono veli di tristezza. Le trasformazioni non sono mai indolori e Cut Worms lo sa bene, esorcizzando paure e dubbi sotto forme di canzoncine pop che sembrano caramelle ma nascondono mondi Interi. Ascoltatele, affezionatevici, traducetele, mandatele a memoria, scavate dentro Cut Worms e dentro voi stessi.