Dialvogue (Andrea Bolzoni/Daniele Frati) – Improvising Dialogues (Setola Di Maiale, 2012)

Un duo su Setola Di Maiale mi predispone sempre bene all’ascolto: di tutti i lavori pubblicati, le formazione a due mi sembrano incarnare più di altre il senso di curiosità, ricerca e sperimentazione che anima l’etichetta pordenonense. Anche nel caso del lavoro di Andrea Bolzoni e Daniele Frati, che agiscono col nome di Dialvogue, le aspettative non vanno deluse. Dialoghi improvvisati, certo, ma questo è anche, verrebbe da dire inevitabilmente, anche un disco di contrasti, sebbene i toni si mantengano sempre pacati: fra gli strumenti in primis, poi fra il suono e il silenzio, elemento ben presente in tutte le composizione, infine fra la melodia e il rumore.
L’impressione è che il punto di partenza dei due sia certo post-rock matematico, che ci arriva però già destrutturato e ricollocato in strutture dove si accosta a brandelli di blues elettrico, jazz ed elettronica free. Quest’ultima in particolare ha un certo peso, venendo praticata da entrambi i musicisti spesso in luogo dei loro strumenti d’elezione (la chitarra per Bolzoni e la batteria per Frati): insinuandosi nella struttura dei pezzi li fa mutare radicalmente, rendendoli al contempo difficilmente incasellabili. Prendete Interstellar Dialogues, che parte beatamente jazz, ma dopo aver incontrato l’elettronica fatica a riprendersi, finendo in un vicolo cieco di rumore  da cui riemerge prima mutato in una sorta di fusion ripetitiva e poi in un intrico di percussioni e pulsazioni chitarirstiche in forma libera. Altrove, si segnalano gli ironici inseguimenti di Surgery Room 1 Rebellion, le rarefazione elettroacustiche di Butterflies e le lente quadrature noise di Disagreement. Al netto di pochi momenti “classicamente impro” un po’ risaputi, Improvising Dialogues è un disco fresco e dinamico, destinato a non esaurirsi dopo il primo ascolto, forte del suo continuo divenire.