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Chapter – Two (The Biographer) (Saiko, 2007)

Copertina extralusso stile piccolo libro "di una volta" con tanto di booklet strafigo per questo duo svizzero, in fin dei conti che puntino molto in alto si vede e si sente. Ho detto qualcosa di brutto? No, anche perché tutto sommato parliamo di un gruppo cantautorale, pop a tutto tondo e indipendentemente dal successo che avranno questo disco è un prodotto studiato e congeniato per un pubblico piuttosto ampio. I Chapter sono quello che succede mettendo insieme un cantautore ed un produttore e nulla di male perché il risultato è una serie di canzoni melanconiche "guitar driven" con tanto di arrangiamenti di voci, archi e tutto ciò che serve perché si differenzino da molte produzioni inde lo-fi (visto che questa lo-fi non lo è in nulla).

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Annie Hall – Cloud Cuckoo Land (Pippola, 2007)

Dopo un demo e un Ep autoprodotto, l'approdo all'album d'esordio in un cartoncino che al tatto sembra fatto di stoffa. Quasi due anni di gavetta e di concerti, prima a raggio ristretto, ora in giro un po' ovunque. Gli Annie Hall hanno trovato un'etichetta fiorentina, la Pippola Music, che ha prodotto il loro disco il cui titolo rimanda vagamente al secondo disco  degli A Toys Orchestra. La band bresciana, a mio modesto parere, ha una spiccata personalità dal vivo (qui sta il loro punto di forza almeno per quelle 2/3 volte che li ho visti), oltre ad una non comune attitudine nello scrivere belle canzoni che, quando meno te l'aspetti, ti restano impresse .Pezzi come The Lost Wallet o l'ancora più recente Ghos's Legs sono sorprendenti per immediatezza, nonostante siano parecchi mesi che girano in rete. Non è un caso che sia quest'ultima ad aprire Cloud Cuckoo Land.

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Those Lone Vamps – Sketches (Setola Di maiale, 2007)

Setola Di Maiale è davvero una bella etichetta non solo per la qualità della maggioranza delle sue produzioni, ma anche per il fatto che "cdr label" risulta quasi limitativo nel caso di label come questa o la Afe che producono dei cd che come oggetti e grafiche viaggiano tre spanne molte delle produzioni raffazzonate fatte in fretta e furia dell’ultima etichetta improvvisata. Rifatta la presentazione di rito, nel ricordare che si tratta di un’etichetta di musiche, per sua stessa definizione, "non convenzionali", state pur certi che i Those Lone Vamps non cascano fuori categoria e nonostante ciò si tratta davvero di un gruppo singolare.

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COG – Course Over Ground (Moonlee, 2007)

Urticante e spigoloso "blues‘n'crawl" croato di ispirazione palesemente Shellac/Jesus Lizard. Forse un filo troppo simile alle fonti ispirative per non pensarci, ma le contrazioni, i ripensamenti e i morsi della chitarra, evidente sintomo di tecnica tutt'altro che mediocre, distendono il fiato ad un disco che, per definizione stilistica, si muoverebbe su coordinate principalmente nevrotiche e paranoidi. Viene naturalmente da chiedersi se ha un senso oggi produrre ancora sonorità di questo tipo, cioè tanto simili a modelli originali già consolidati nella hall of fame del rock indipendente. Assolutamente sì.

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