Blanco Teta – Rompe Paga (Bongo Joe, 2023)

Blanco Teta. La ginevrina Bongo Joe ha scovato in Argentina una delle sue ultime produzioni. Quartetto basso batteria violoncello e voce ci trascinano immediatamente in un mondo oscuro e sanguigno, dove un’idea di suono post-punk si amalgama con la voce squillante della frontwoman Josefina Barreix. Il suono appare spezzato e percussivo, si alternano inglese e spagnolo in quello che in breve diventa la rappresentazione sonora di un focolaio di rivolta. Il ritmo non è particolarmente alto ma l’intensità generata nei primi due brani, Shuga e Wifimental è qualcosa che fa il vuoto.
Me Kgo Nel Lauro parte in maniera più prosaicamente punk per poi ridursi ad un sibilo sostenuto da un basso che sembra un obice. Blanco Teta sembra giocare con un’idea di punk-funk partendo però da ingredienti differenti alla scuola statunitensi ed inglobando elementi colorati che donano un effetto particolarmente schizzato ai loro brani: in Hoy no, in meno di tre minuti si trova un mondo che parte dalle Slits per guidarci attraverso al free jazz, al suono metropolitano degli anni ’80 ed al punk. RNR (Se me entanga el short) sceglie di chinrsi su un tema scottante come quello delle mutande (o degli shorts appunto) nel culo. Lo fa con una verve che potrebbe essere quella di Speedy Gonzales ubriaco di di mezcal a sbattere sui muri perseguitato da una brass band più che molesta. Quando un uomo entra come seconda voce in La Luz abbiamo un’altra visione: fiati serpeggianti, una Siouxsie ubriaca e fiammeggiante ed un suono che sembra uscire dai migliori basement di inizio anni ’80, con Martin ed Alan a sorridere al bancone. Il disco scivola che è una bellezza, siamo quasi al termine ma riusciamo a goderci ancora Perro, che non potrei descrivere altrimenti che come una svioloncellata tribale e groove, ad ospitare il biascico di Josefina ed i suoi anatemi, per concludere poi con il protorap in cui ospitando SATIRA a dimostrarci di essere insieme sia una splendida sorpresa che una garantita certezza!