Bagliore, storia di montagna

Bagliore è un podcast, Premio ITAS del libro di montagna. Scritto da Gianluca Taraborelli, narrato da Martina Tamburello, prodotto da O Suono Mio. Le musiche sono di Emanuele Lapiana, i paesaggi sonori sono di Emanuele Lapiana e Janet Dappiano. Le illustrazioni sono di Anna Formilani. Se ti è piaciuto fallo sapere a qualcuno.”

Ascolta “BAGLIORE – EP.01 – Sospesa” su Spreaker.

Questo è il messaggio finale che ascoltiamo al termine della nuova opera radiofonica di Gianluca “Johnny Mox” Taraborelli e, se ne stiamo scrivendo, è proprio per seguire questo semplice consiglio.

Gianluca Taraborelli ha avuto un’interessante percorso artistico che lo ha portato dalle declinazioni punk di Nurse! Nurse! Nurse! agli spirituals di Johnny Mox, portando avanti altri tagli espressivi, come i SERMONI su YouTube insieme a Francesco Farabegoli ed al suo Bastonate e gli Stregoni insieme a Marco Bernacchia che li ha portati a suonare con un mondo intero e sommerso di musicisti richiedenti l’asilo.
Poi le storie, i podcast, il raccogliere l’attenzione degli ascoltatori portandoli per mano a visualizzare le sue vicende, di cui Bagliore è l’ultimo parto.
Accompagnato da diversi talenti quali Emanuele Lapiana (aka N.a.n.o.) alla colonna sonora, Anna Formilan alle illustrazioni,Martina Tamburello alla voce narrante, Janet Dappiano ai paesaggi sonori e le produzioni di O Suono Mio costruiscono mondi tramite storie.
Storie che spesso sono radicate nel territorio, a contatto con la terra ed in ricerca di qualcosa: la verità, la vita, il proprio io personale.

Bagliore mi ha riportato istintivamente ad un ricordo, quello di un b-movie in auge nella mia adolescenza, titolato Bagliori Nel Buio. Narrava del rapimento alieno di un taglialegna, Travis Walton, dell’Arizona ed ai tempi e nei miei luoghi (Canton Ticino, Valle di Muggio, paesi di 3-400 anime) fu un classico per un paio di settimane fra l’amico Jamal e me medesimo. Travis si ritrova in qualche modo solo, strappato al suo mondo, aprendosi spazi di paura che lo cambiano irrimediabilmente. Non ci sono collegamenti fra Travis e Nina, sono bagliori differenti.
Bagliore è la storia di Nina, una ragazza che, stufa ed in qualche modo sopraffatta dagli eventi, decide di lasciare la pianura per andare dalla sorella Claudia, che gestisce un rifugio oltre i 2000 metri. Non tutto andrà come deve ed il percorso sarà momento di riflessione, paura, crescita, incontro. Questo allontanatasi dalla madre, da facciadiscimmia, il suo nuovo compagno, dalle amiche. L’unica cosa che sembra non riuscire a lasciare Nina sono i ricordi, colori che hanno dipinto a tinte più o meno scure la sua vita e quella dei suoi cari.
Ma soprattutto sarà momento di confronto con se stessa, usato per riconoscersi è trovarsi un posto, anche se lo si trova solo girovagando in una condizione di instabilità e preoccupazione.
Bagliore si staglia in circa 93 minuti di storia, che però in realtà sono una nottata, che però in realtà sono un’età intera, quella dell’adolescenza, dove ogni piccolo istante sembra poter durare per sempre e non sempre per prolungare i ricordi e le esperienze positive.
I registri e le voci sono assolutamente trascinanti e diventa difficile interrompere i flussi del racconto, ritrovandosi ad un seguito compulsivo delle avventure di Nina.
Ci sono mondi che anagraficamente sono ormai distanti ma pensieri, sensazioni, spazi, che hanno accompagnato praticamente ognuno di noi. Il momento in cui, per testardaggine, necessità, incaponimento, disagio, ci si ritrova a partire. Marcel Proust diceva che “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Questo archetipo, che è quello del viaggio dell’eroe, è foriero di cambiamento, ma soprattutto ci dimostra che l’eroe siamo sempre e comunque noi nella storia che imbastiamo con il filo della nostra vita, tocca arrangiarsi quindi. Con quel che si trova: terreno e bestie sostanzialmente.  Impossibile non immedesimarsi con questo percorso di cambiamento, complice la presenza della montagna, luogo cardine e snodo fondamentale di scrematura, di selezione naturale e di evoluzione. Lasciamo dietro a noi gli orpelli, teniamoci stretti un’idea, un obiettivo, un bagliore…avanziamo, senza remore e con il nostro tempo singolare.
Sarebbe stupido svelarvi di più, sappiate soltanto che, in auto, in poltrona, mentre camminate per il paese, potreste trovarvi ad essere improvvisamente rapiti. Reagite, spargete il verbo, unitevi ad altri nel percorso e nell’ascolto, rapiteli e propagate il bagliore.