AIPS Collective – Postcards From Italy (Oak, 2013)

L’Archivio Italiano dei Paesaggi Sonori è un collettivo di musicisti il cui intento è quello di promuovere la cultura del paesaggio sonoro, inteso come bene culturale immateriale e in continuo mutamento. L’AIPS –cito dal manifesto- studia il “cambiamento” negativo o positivo che sia, perchè vi è senza dubbio un innato valore antropologico e dunque ridefinisce l’estetica del paesaggio sonoro ‘conservandolo’, archiviandolo in contemporanei archivi digitali ed elaborandone i risultati in chiave artistica, scientifica, contemporanea.
Postcards From Italy è una sorta di saggio che ben illustra gli intenti del gruppo: riuniti sotto il nome AIPS Collective nove artisti provenienti dai quattro angoli della penisola si sono scambiati il materiale registrato, creando così una rete di contatti e posando una pluralità di sguardi sul paesaggio sonoro italiano. Fabio Perletta ha utilizzato i field recordings di Barbara De Dominicis, la quale ha rielaborato quelli di Alberto Boccardi che invece ha messo le mani sul lavoro di Pietro Riparbelli il quale ha lavorato sul materiale di Attilio Novellino che ha manipolato le registrazioni di Enrico Coniglio, che ha utilizzato i suoni di Alessio Ballerini, a sua volta all’opera sui file di Giulio Aldinucci, il quale si è dedicato ai soundscapes speditigli da Giovanni Lami, che ha ricevuto quelli di Fabio Perletta, chiudendo il cerchio. Ognuno dei luoghi presi in esame (identificati nei titoli da precisissime coordinate geografiche) è da un lato rappresentato dal suoni lì raccolti e dall’altro interpretato dalla sensibilità del musicista che li ha elaborati: sentiamo una Venezia assediata da voci e rumori, il mare alla foce del Po malinconico e sottilmente inquietante, una Livorno che pulsa di forze del sottosuolo, Roma spaccata fra allegro vociare e sporco residuo elettronico, una Napoli insolitamente spettrale e astratta. Alcuni hanno molto elaborato il materiale di partenza rendendolo quasi irriconoscibile, altri hanno preferito non snaturarlo troppo, ma tutte le composizioni sembrano conservare lo spirito del luogo, arricchito da una visione estetica che comunica all’ascoltatore molto più di ciò che una semplice registrazione sul campo potrebbe fare. Postacards From Italy non è un lavoro facile, richiede interesse per l’argomento e ascolti ripetuti e attenti (possibilmente in cuffia), ma è un’opera importante che getta le basi di un progetto che merita grande attenzione. In maniera non dissimile dalle campagne che nel corso degli anni ’70 documentarono l’Italia del dopo boom attraverso gli scatti dei migliori fotografi di allora (Ghirri, Basilico, Cresci, Berengo-Gardin,…) questo lavoro porge un orecchio attento all’ambiente che ci circonda e alle sue mutazioni, consentendoci un’esperienza quanto mai rara: quella di vedere con l’udito cose che all’occhio sfuggirebbero.