Geometrie Variabili – The Breath (La Bél, 2013)

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Ci sono musiche che hanno fama di essere difficili e cervellotiche, di richiedere all’ascoltatore preparazione e cultura e per questo la maggior parte del pubblico se ne tiene alla larga. Ci sono, tutti ne conoscerete almeno un paio di esemplari, musicisti e ascoltatori che di tutto ciò si compiacciono. Fortunatamente ci sono altri musicisti che questi steccati fanno di tutto per superarli, proponendo una musica che racconta, con un alfabeto magari insolito, storie semplici che richiedono solo lo sforzo di un  ascolto senza preconcetti. Lo so, anche una cosa così piccola è utopia e The Breath resterà l’ennesimo bellissimo disco sconosciuto, ma ciò non toglie nulla al suo valore e al piacere che sa procurare.
A disegnare queste Geometrie Variabili – nome non poteva essere più azzeccato – sono la chitarra elettrica di Elia Casu, il piano di Silvia Corda, il contrabbasso di Adriano Orrù e le percussioni di Antonio Pinna. Si ispirano, ci fanno sapere, a Steve Lacy (due pezzi del suo repertorio li troviamo in scaletta), facendo loro dall’idea del sassofonista di sviluppare un discorso partendo da elementi semplici, siano essi una melodia, una scala, un’atmosfera, un accordo. E “semplicità” è un po’ la parola d’ordine di un disco che non indugia mai in virtuosismi e usa il jazz come base su cui combinare con intelligenza gli altri ingredienti, siano passaggi di piano che rasentano la musica classica, come nella splendida Coastline o l’irruenza rock di Building Momentum, con la chitarra elettrica in evidenza, o i passaggi blues segnati dalle malinconiche melodie del contrabbasso suonato con l’archetto e le percussioni free che ora dettano i ritmi, ora si fanno esse stesse strumenti espressivi. Ma al di là delle distinzioni fra i generi, in questo caso ancora più inutili visto la libertà con coi i quattro musicisti se ne servono e li associano, creando sempre qualcosa di personale, quello che conta è la capacità che le composizioni hanno di parlare con immediatezza ai sentimenti, di evocare sensazioni e brevi narrazioni, attingendo a un patrimonio emozionale che trascende le competenze musicali dell’ascoltatore. Chiudete gli occhi e fatevi trasportare, non serve altro e non vi costa nulla perché il disco è scaricabile gratuitamente sul sito dell’etichetta. Dai, provate.