AA.VV. – Bonus Tracks (Mondadori, 2007)

E che cosa c’è da dire? In realtà poco, dato che questa è un’operazione puzzolente tipo quelle delle riviste che d’estate pubblicano il numero con la compilation degli articoli dell’annata… tanto per fare uscire un numero anche quando la gente è in ferie e magari racimolare qualche lira in più.
Solo che a fare la puzzonata stavolta è Rolling Stone Italia, che di soldi proprio non ha bisogno, in più aiutato dalla Mondadori… come dire: inculiamo tutti senza pudore e via.

Premetto che non l’ho pagato e che sganciare soldi per codesto volumetto (anche se costa otto neuri e basta) è una gran cacchiata. Per cui potremmo già chiudere qui e passare oltre.
Ci terrei però a sottolineare come gli ipotetici eredi italici di gente tipo Hunter S. Thompson, Lester Bangs, Jim DeRogatis e Bob Christgau sono – secondo l’illuminata redazione di Rolling Stone Italia – Elisa (sì la cantantina), Fabio Volo, Manuel Agnelli e altri (alcuni mezze calzette, altri illustri nomignoli che sembrano un po’ sballottati in questa situazione) che per definizione immediata con il giornalismo rock non c’entrano una fava. E con questo non parlo di recensioni e classica prassi da magazine musicale, ma di rock che trasudi dalle pagine.
Alla fine – paradossalmente – Fabio Volo ne esce quasi vincitore. E ho detto tutto.
Carta sprecata.