Black Era – …Then… (Aquietbump, 2007)

theblackera

Un buon disco trip hop quello dei Black Era con tanto di cantato melodico in idioma anglosassone, suoni curati atmosfere buie e down tempo da viaggio notturno. Se pensate che Massive Attack, Portishead e per Dio… i napoletanissimi Almamegretta abbiano scritto pagine memorabili di un suono nel quale vi siete ritrovati …then… è una buona summa dei fondamentali del genere.
Quindi: cantato femminile, batteria in 4/4, tappeti atmosferici ed echi dub sparsi qua e là come è successo in molte delle produzioni inglesi dal '77 in poi (ma forse anche prima…). Se una critica può essere fatta ai Black Era, forse è proprio quella di aderire in modo un po' troppo pedissequo agli stilemi di un genere che per ora (il futuro riserva sempre strane sorprese) forse ha sparato tutti i colpi della cartucciera. Ciò non toglie che questi napoletani si muovano molto bene e non siano per nulla privi di buon gusto, anzi direi che rispetto a buona parte del mainstream italiano qui si viaggi in top class invece che nel bagagliaio. Alcuni singoli notevoli a cui forse in altri tempi gli arrangiamenti di Craig Armstrong (che viene troppo sottovalutato nell’economia del successo di Protection) avrebbero regalato il mansardato di qualche classifica o quanto meno la chill out zone di molti locali. I Black Era sembrano molto capaci e baciati dal buon gusto (buoni esempi lo sono Bark, la title track e Black Nails) tanto che verrebbe da chiedersi se si ibridassero maggiormente con l’elettronica iniziando a smontare e rimontare il giocattolo fino a trovarne un uso del tutto personale, forse ci sarebbe proprio da ridere un po' come quando Raiz e soci fusero trip hop, dub e tradizione napoletana. Quest'anno il Napoli è tornato in A, che non sia un buon auspicio per i tempi che verranno?