VV.AA. – B6TCH6 (Solium/Light Item, 2020)

Ammetto che mi ha un po’ inquietato ricevere un’audiocassetta accompagnata solo da questo messaggio:

This tape is NOT B6TCH6.
B6TCH6 is digitally only.
You can listen to this tape for what it is,

OR:
{[A1X1+A2X1+A3X1+A4X1+B1X1,2+B2X2=B6TCH6]}
Also: {[A2↔A4]}

OR:
DL mixtape = free
First 3 tracks → File1,
Last 3 tracks → File2
File1+File2 → Digital audio device
Digital audio device → audio in [cassette deck]
Select File1
Volume setup -2db
Record gain DOLBY
Record
Repeat for side B

OR:
Consider it’s 2020, who the hell gives a fuck about tapes?

Mi ha ricordato il messaggio che veniva inviato in sogno ai protagonisti de Il Signore Del Male di John Carpenter per avvisarli dell’imminente catastrofe, ma, piano piano, cercando in rete gli indirizzi contenuti nel cartiglio, la nebbia ha iniziato a diradarsi. Per farla breve, B6TCH6 (si pronuncia Batch 6) è il lavoro che inaugura il sodalizio fra l’etichetta francese Solium e la nostra Light Item abbinando, per ogni traccia, artisti delle due scuderie; entrambe le label sono da sempre attente al suono sintetico in ogni sua propaggine e interferenza, dall’ambient all’industrial fino all’hip-hop, ed è proprio su questo terreno che si gioca la partita. Devo ammettere di non essere aggiornato sullo stato dell’arte del genere: sorvolando sulla trap, che in generale non riesco a considerare come uno sviluppo credibile, credo che l’ultima volta che mi sono trovato ad approfondire la materia sia stata ai tempi di Absence di Dälek, degli Antipop Consortium e della Def Jux. Un sacco di tempo, lo so, eppure questo nastro, associando voce rappata a basi sintetiche pesanti e ruvidissime, proprio a quel genere di cose mi ha rimandato e sono belle sensazioni: un suono da bassifondi, nessuna accondiscendenza verso il mercato, musica che non è semplice base per la parola, parola che sa essere ficcante e comunicativa. Per stile e modus operandi, Brotherhood Of The Bomb dei Techno Animal, che associava alle frequenze e ai ritmi del duo Martin/Broadrick i migliori rapper underground di inizio secolo, potrebbe essere una buona pietra di paragone: qui ad ogni traccia cambiano i protagonisti, ma l’attitudine e il mood sono gli stessi per tutti e l’ascolto non risente di quella fastidiosa eterogeneità che caratterizza spesso le compilation. In VVE VRE THE ONES Skyler Durden e Travis Omen non si concedono pause viaggiando su basi che Stelvio fa esplodere come granate, la voce di Ubik MCDXCII trova faticosamente la strada in mezzo al caos organizzato da Rico degli Uochi Toki in Smudged Out Passion, VLIENS vede ben tre MC, Marcello Delcaro, Rioraps e ancora Skyler Durden, surfare sul glitch violento e aritmico di Burla22, Zona MC e H!U,  coerenti con un titolo come Alieni, captano un messaggio rap proveniente dagli spazi siderali e da lì sembra partire Miike Takeshi per la narrazione di Amatore della finzione, cap. IV: Amor(t)e per la quale RAE studia una musica stratificata e fluttuante; chiude la partita l’altra metà degli Uochi Toki Napo, sulle tese basi di Olbos, con la filosofica Così Smise Di Parlare Zarathustra. Questo è quello che trovare in B6TCH6. Se sia al passo coi tempi per quella che è la scena hip-hop attuale non so dirvelo, ma che abbia senso nel presente ne sono certo e tanto mi basta per apprezzarlo.