Dusted

Dusted – Total Dust (Polyvinyl, 2012)

Nome sconosciutissimo ai più, Dusted non è altro che il progetto di Brian Borcherdt tastierista e co-fondatore dei ben più famosi Holy Fuck. Se in questa band il lo-fi è calato nell’elettronica sincopata e vintage, in Total Dust l’approccio è radicalmente diverso: lo-fi sì ma intimista e lontano da qualsiasi tentazione da electro loop. A scanso di equivoci, lo preferisco in quest’ultima veste. Borcherdt trova l’ispirazione approdando ad un suono grezzo, con una vena melodica degna di Lou Barlow o di un Jack White in giornata no.

Dusted – Total Dust (Polyvinyl, 2012) Read More
Swilson_Demonology

Swilson – Demonology (Cheap Satanism, 2011)

Cattivo. Brutto e Sporco non so, però secondo me il giro è quello e i suoni delle chitarre quasi garage sono lì a dimostrarlo. Riffs acidi e tirati da un basso che più basso non si può a far da tappeto. Swilson, progetto one man band, non è male davvero, non si riesce a capire da quando è in attività, ma c’è una vocina nella mia testa che continua a dirmi che, tipo Doctor Who, questo tizio ha qualche congegno che viaggia nel tempo e che, in realtà, arriva direttamente dall’Inghilterra glam degli anni settanta. O, a seconda dei pezzi, da quando la prima ondata Psychobilly ha messo radici nella storia della musica. Probabilmente ho dei tratti schizofrenici che iniziano a farsi importanti, ma è anche vero che tra Marc BolanElectric Aborigine – e Iggy PopWhite Witch Black Witch – qualcuno ai tempi avrebbe patito della bravura di questo qua.

Swilson – Demonology (Cheap Satanism, 2011) Read More
peter_kernel

Peter Kernel – White Death Black Heart (On The Camper, 2011)

Dalla Svizzera con furore. E' proprio il caso di dirlo, visto che mi ero imbattuta in un live dei Peter Kernel un paio di anni fa in quel di Lugano e non mi erano sembrati una band così convincente come questo nuovo disco invece dimostra.
Dal 2005 la band cantonticinese – canadese per un terzo, per essere precisi – si cimenta in qualcosa che mette insieme arte e post punk. Per una mini etichetta che sforna poche cose, ma molto interessanti, i Peter Kernel fanno un passo a gamba tesa in casa indie, dove le fondamenta sono a cura dell'avantguarde dei bei tempi andati (ormai good oldies). Penso subito ai Sonic YouthI'll Die Rich At Your Funeral – o ai FevedreamHello My Friend – e non mi mi sembra che ci siano parole migliori per descrivere la tipologia di sonorità che i tre sparano in velocità tra ritmi serratissimi e fraseggi dissonanti – Make, Love, Choose, Take -.

Peter Kernel – White Death Black Heart (On The Camper, 2011) Read More