Satan Is My Brother – S/T (Autoprodotto, 2006)

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"777 the neighbour of the beast" recitava una vecchia maglietta degli House Of Pain, tempi in cui l’hip hop era ancora "jump around" e molto poco "ascolto roba della Anticon". Dopo aver scoperto che la Beastia aveva dei vicini di casa, ora veniamo a conoscenza di un suo presunto fratello e purtroppo per voi lungocriniti fan di Burzum il fratello di Satana non suona black metal. Il parente degenere è decisamente un "freak" e si compone di alcuni membri degli Yellow Capra, ma anche qui amichetti indie rockerz, niente "post rock" melodico con il quale cullarsi sotto al vostro bel "porch" mentre aggiustate gli occhiali che vi ha spaccato il capitano della squadra di Football. La registrazione è grezza, essendo la ripresa del loro live all’Ortosonico, ma rende perfettamente l’idea di una colonna sonora "ready made" che forse è l’unico punto di contatto con l’altro gruppo d’origine. Traccia unica per trenta minuti eppure per nulla noioso, semplice, ruvido ma piacevole, forse proprio per la sua crudezza e per la ruvidezza con la quale è stato tagliato mi ha ricordato dei Third Eye Foundation, Flying Soucer Attack completamente dilatati e meno concentrati su una singola canzone ma su un flusso. Molto più psichedelici e vagamente virati in salsa Harris (certo un Mick Harris lo-fi e meno preciso, ma credo che non dissentirebbe). Suono di Bristol?…Forse, se i Pram più fighi (quelli dei primi dischi) fossero stati condensati in una traccia unica e narcotica non suonerebbero così diversi, c’è persino qualche accenno dub che ne fa ancora di più un residuato della musica inglese. Elettronica tutt’altro che fine, fiati, tastiere, batteria basso mesciuti in un aperitivo onirico, offuscato (anche se non buio), melodico e alienato; feakkettume di buona fattura e direi anche un buon esordio per Satan Is My Brother, tutto da sviluppare, ma un buon esordio.