FULkANELLI – S/T (Lemming/Offset/Blinde Proteus, 2012)

FULkANELLI_CD

Esordisce sulla lunga distanza, dopo lo split-tape con Belorukov vs Marziano di cui già vi avevamo parlato, il duo composto da Paolo Mongardi alla batteria e  Cristian Naldi alla chitarra. Il disco in solitario permette loro di elaborare meglio il concept sottinteso al nome FULkANELLI, rubato al misterioso alchimista del XX secolo, pur con una K al posto della C: copertina con simboli arcani e tre brani di ispirazione esoterica, ALAMBIkkO, INkIOSTRO e kOMPASSO, tutte scritte con in maiuscolo con la sola kappa sempre in minuscolo. Prendere sul serio tutto questo armamentario mi riesce onestamente difficile, decisamente più facile e farlo con la loro musica.
Se in occasione della recensione della cassetta avevo parlato di sperimentalismo noise e influenze kraute, la maggior durata del CD consente al gruppo di ampliare il repertorio e a noi di farci un’idea maggiormente precisa di quella che è la loro musica. I tre brani del disco sono in realtà jam strumentali piuttosto lunghe, in cui la chitarra segue il proprio flusso di coscienza (alterata?) all’insegna di una melodia che a volte prevale, altre cede al rumore, mentre la batteria accelera e rallenta dettando tempi e variazioni. Come è facile immaginare, circoscrivere un genere è impossibile, e in larga misura inutile: nel calderone ribollono jazz, avant-rock, blues, ritmiche dalle cadenze industrial, noise dilatato, ma nel flusso in mutazione continua (che sia questa l’alchimia?) è impossibile isolare l’uno dall’altro. Non si cade mai comunque nel caos o nella confusione: pur nella totale libertà espressiva i due musicisti danno sempre l’impressione di mantenere il controlla della materia musicale che, non fosse ancora  chiaro, batte territori decisamente hard. Un paragone possibile potrebbe essere quello con gli Iceburn di certe registrazioni live, genuina ignoranza in forma libera che non trascura di trasmettere un buon feeling. Inevitabilmente, la maggior complessità rispetto al lavoro d’esordio va a scapito dell’immediatezza: dal vivo immagino il discorso funzioni alla grande, mente su disco ha bisogno di qualche ascolto per essere decifrato e probabilmente ci saranno momenti di maggior e minore interesse, a seconda dei gusti dell’ascoltatore. Ma lo sforzo, non temete, verrà ripagato.