Vasco Trilla – A Constellation Of Anomaly (Thanatosis, 2023)

Vengo a conoscenza solo con quest’ultimo A Constellation of Anomaly del mio omonimo Vasco Trilla, gravitante attorno a Barcellona ed autore di un centinaio di dischi fra lavori in solitudine ed in Ensemble. Di primo acchito, non so dirvi perché, il collegamento che fanno le mie orecchie è con Yuri Kalenderev ed i suoi sound plates, ritrovando in Trilla una medesima puntualità e brillantezza espressiva. I colpi, a battere le superfici, liberano vibrazioni, suoni, particole che si perdono nell’ambiente creando vere e proprie onde di suono e di materia minuscola, sfrigolii e macerie. Con The Shaking Hand That Leaves A Mark si entra per un minute o poco più in uno stadio di scampanellio tetro ed inquietante. Addentrandosi nella poetica di Vasco trilla se ne apprezzano le sfumature e gli ingegni, in grado di colorare di differenti palettes i propri arnesi, fermo restando una nota di fondo che richiama i peggiori stilemi del terrore. I toni gravi, gli attimi di silenzio, fanno realmente accapponare la pelle e We Are Such Stuff The Foams Are Made Of ne è l’esempio lampante, tra sbuffi e movimenti continui che lasciano presagire una discesa in una forgia infernale. La scaletta dell’album è costruita in maniera tale da creare un percorso dinamico, con le note gravi cotrapposte ai rintocchi a caratterizzare questa costellazione di anomalie. L’unione di differenti strumenti e materiali percossi e risonanti creano livelli che vanno ad arricchire il tessuto di un album sorprendente per quanto si possa supporre sia stato prodotto. Una cosa è certa: questo non è il classico disco percussivo che pensate possiate ascoltare e della stermianta discografia di Vasco Trilal inizierei tranquillamente dai suoi lavori in solo, per poi andare a godermelo collaborando con un parterre di qualità e trasversalità non indifferente.