Traum – Traum (Subsound, 2024)

I Traum sono un nuovo supergruppo alternativo italiano. Il disco omonimo è il loro esordio e ne sancisce già la consacrazione.
Composti da buona parte della Fuzz Orchestra, dal sempreverde e prestante Luca T. Mai (Zu) e da un pezzo dei Lento, i nostri si muovono tra psichedelia, musica pesante e art-rock.
Il disco è composto da otto tracce di media lunghezza, come vuole la tradizione psych, tutte strumentali.

Le sonorità non sono mai troppo pesanti e largo spazio è dedicato a orizzonti space rock, dilatati e tendenti all’etereo. Non voglio scomodare post-rock e ambient, ma le atmosfere sono alquanto rarefatte. Nonostante una buona dose di botta, non si sfocia mai nello stoner. I riferimenti, infatti, sono più legati agli anni ’60 e ’70, piuttosto che all’inizio dei 90. In altre parole, il disco sembra un compendio di library music sotto acido.

Il disco si divide, sonoramente, in due metà abbastanza distinte.
Le prime quattro tracce, infatti, sono omogenee per stile, sonorità e dinamica. Le chitarre hanno un ruolo predominante e i riff scandiscono i tempi della botta che verrà. Solo la destrutturata Katabasis lascia un poco perplessi, per la natura sperimentale fine a se stessa.
La seconda metà del disco, più varia e libera da costrizioni di genere, si apre con Antarctic Dawn , una mini-suite ambient di pregevole fattura. Segue Infraterrestrial Dub, un pezzo davvero riuscito nell’accompagnarci verso l’universo profondo.
Questo esordio si chiude con la space music di Erwachen, in cui è il sax a trovare uno spazio predominante, utile a dare un ulteriore colore alla musica della band.
Eterno Ritorno è il coerente finale cacofonico e destrutturato che ci saluta, dopo un’esperienza sonora tanto libera, quanto ingegnosa ed originale.

Questo Traum è, dunque, un disco assolutamente godibile, anche e soprattutto, perché non lunghissimo e poco prolisso, nonostante il rischio di “tirarla lunga” sia stato dietro l’angolo.
Un’impressione “negativa” sulla lunga distanza è che progetti come questi siano più belli da suonare che da ascoltare. Il fatto, però, che i musicisti dietro il progetto abbiamo un credito enorme da spendere farà sicuramente apprezzare anche questo progetto genuino e diretto.