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Matt And Kim – Grand (Fader Label, 2009)

Uno due uno due… con Matt e Kim, duo punk/dance- synth pop da Brooklyn, a molti verrebbe voglia di uscire con una musicassetta o un pad al posto della fibbia della cintura. Purtroppo quest'anno ho una quarantina di capelli bianchi in più e direi che non sarebbe il caso. Undici pezzi in poco meno di mezz'ora che pescano un pò dappertuttto raschiando il fondo del barile di ciò che è già stato saccheggiato da Mates Of State (anche Matt e Kim tra l'altro fanno coppia, magari non di stato), Hot Chip, Hot Hot Heat o Weezer (Good Ol' Fashion Nightmare è un mezzo plagio di Buddy Holly).

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Owen Tromans – Hope Is A Magnet (Sacred Geometry, 2007)

La bella copertina bianco celeste raffigura un flipper con un magnete, il titolo è all'insegna dell'ottimismo, così come i suoni. Non si direbbe che Owen Tromans abbia avuto un passato nei San Lorenzo , recensiti tempo fa su questo sito nella versione "quando eravamo giovani" se non sbaglio. La voce, decisamente monocorde, è una di quelle che si ricorda (The Last Word On The Sunshine Girls), e sebbene Hope Is A Magnet nella sua mezz'ora abbondante sfrutta al meglio gli arrangiamenti, il mood del disco resta decisamente leggero, sebbene molto curato con accenni decisamente pop (Korea), più che di matrice folk.

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Life Without Buildings – Live At The Annandale Hotel (Gargle Blast, 2007)

Non credo di scomodare dio quasi mai quando ascolto musica. Ma ogni tanto da quel suo fantastico trono tra i cori degli angeli va proprio fatto alzare. Più volte ho lasciato messaggi nel webspazio, dove, si sa, dio risponde a mezzo dei nerd, chiedendo il perchè dell'averci privato troppo presto di un gruppo di questa indubbie qualità. Muoiano tutti i filistei che glorificano insulse e pretestuose, nonchè presuntuose, nullità quali nuove leve dell'indie rock internazionale. L'indie rock è morto. Perchè l'hai voluto, dio? Ma non è morto col secondo disco dei Weezer, con Lou Barlow che lascia i Dinosaur Jr, con la Sonic Youth Records o con i Superchunk prodotti da Jim O'Rourke, con Juliana Hatfield alle prese con l'anoressia o Evan Dando alle prese con se stesso. L'indierock è morto con il primo disco dei Life Without Buildings.

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Spring Sale! – Drown Yourself In Shoes and Sweaters (Betulla, 2006)

Il 2006 è stato l'anno delle rivelazioni o presunte tali; dalle nostre parti si sono visti i veronesi Canadians nascere dalle ceneri degli Slumber, lanciare un Ep riuscitissimo che strizzava un pò l'occhiolino ai Death Cab For Cutie, un pò ai Grandaddy e un pò agli Weezer e poi il botto: citazioni addirittura su NME, successo in rete pauroso (su myspace il singolo del gruppo veronese risultò ascoltato più di qualsiasi altra canzone dei loro beniamini Postal Service). Fino alla vittoria all'Heineken Jammin' Contest e alla conseguente registrazione-consacrazione del nuovo disco al Jungle Sound di Milano. Speriamo che ciò non dia alla testa a qualcuno o faccia morire d'invidia altri. Diciamo che le nuove canzoni dei canadesi lasciano ben sperare. Su questa scia sembrano inserirsi pure i piemontesi Spring Sale! che hanno già all'attivo un bellissimo video su Flux (Absolutely Bingo realizzato con gli omini playmobil) e una partecipazione alla compilation tributo A Century Of Covers dedicata ai Belle And Sebastian in compagnia dei Canadians dei loro conterranei (e devo dire ottimi) The Sad Snowman.

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