Night Sins – New Grave (Avant!, 2012)

Una delle primissime musicassette che acquistai, attratto dalla copertina (che, rivista ora, fa orrore…provare per credere) e con la casualità credo tipica di chi si approccia alla musica a quattordici anni, fu Carved In Sand dei Mission. Nome di culto che, credo, non sia passato alla ribalta, se non per il fatto che un paio di membri militavano precedentemente nei Sister Of Mercy fino a metà anni ottanta. Un disco quello forse un po’ pacchiano ma importante per gli ascolti futuri, sarà stato quell’approccio da nemesi degli U2, giusto sul finire degli anni ’80. Ed eccoci qua: dalle ceneri di due band hardcore si sono formati un paio di anni fa a Philadelphia i Night Sins che ricordano e molto i Mission più gotici (citati tra l’altro nella press sheet).

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Murcof + Duke Garwood – 12/10/12 Teatro Smeraldo (Valeggio Sul Mincio – VR)

L’associazione Humus di Valeggio sul Mincio (VR) inizia la stagione del decennale con un concerto del messicano trapiantato in Europa Murcof, nome di valore del panorama elettronico internazionale, da tempo inattivo su disco ma sempre piuttosto presente per quel che riguarda le esibizioni dal vivo. Per l’occasione il concerto non si svolge nell’abituale location di Villa Zamboni, bensì nel teatro comunale, cosa che si rivelerà quanto mai felice per la buona riuscita della serata.

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Okkervil River – I Am Very Far (Jagjaguwar, 2011)

A costante scadenza, come un film di Woody Allen, tornano i talentuosi Okkervil River, sempre con la fedelissima Jagjaguwar. Il mio vecchio professore di chimica (ed è una delle poche cose che ricordo delle superiori) disse un giorno: "esiste l'insufficienza, il 5, e la grave insufficienza, il 4. Tutto ciò che sta sta sotto lo considero offensivo". Mi è sempre piaciuta questa frase: almeno in quella materia non c'era da sudare sette camicie per arrivare alla media del 6 con un incidente di percorso, come un 3 o peggio. Purtroppo ciò non valeva nelle altre materie. La carriera del gruppo texano sarebbe da dividere in due fasi, una antecedente al 2005 e l'altra successiva. Nella prima, manco a dirlo, il gruppo spara le sue migliori cartucce con Don't Fall in Love With Everyone You See del 2002 (bello fosse solo per il titolo) e il loro piccolo grande capolavoro Down The River Of Golden Dreams dell'anno dopo.

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Edgar Café – Alcuni Fattori Marginali (Arci Sana, 2008)

Sebbene al disco d'esordio, il cammino dei genovesi Edgar Cafè è lungo e denso di caratteri propri ed eterogenei. Difficile infatti riuscire ad etichettarli nella musica cantautoriale quanto semplicemente nel folk mediterraneo: il collante più evidente di questo disco è una matrice rock, sporadicamente orchestrale, ma pregna di un'epica crescente, erede della wave più nobile (U2 e Simple Minds, almeno nella prima parte). Morbide melodie, molto ragionate negli arrangiamenti e negli inserti di strumenti come violoncello e fisarmonica che, oggi ancora (e forse per fortuna) non sono facili da sposare a questo genere di progetti.

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