The Connie Capri Organ Chamber Orchestra – S/T (Wallace, 2008)

Che Mirco Spino nonostante un malcelato passato hardcore (e non per i film con Rocco e John Holmes) sia diventato filo-freak e della peggior specie, mi sembra palesato da più segnali e questo disco è qui per dimostrarlo. Connie Capri Organ Chamber Orchestra viene messo in parallelo al buon Eric Dolphy con cui penso abbia da spartire meno che gli Skrewdriver con l'African National Congress guidato da Afrika Bambaataa che fa l'MC per Mandela… per altro in "nomen omen" o meglio il nome la dice tutta sul suono e un po' suggerisce anche il taglio di questo vinile.

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Bilk – This Bilk Is Radioactive (Moonlee, 2006)

Un gruppo croato il cui disco è uscito nel 2006 su sodapop? Sono in effetti due anni che mi zampetto allegramente questo disco e questo gruppo e, colpevolmente, mi accingo solo ora a parlarne. Ammaliato dalla Black Bilk Science che il trio mette in piedi, l'avevo tenuto costantemente nella pila dei dischi in ascolto, non in quella da recensire.
Dopo un viaggio, nel 2006 appunto, attraverso parte dell'ex Yugoslavia, in cui disattento, l'unica traccia musicale fu proprio un concerto dei Bilk a Ljubljana, in realtà mancato di un soffio, e il loro disco comprato a Zagabria, in un negozietto di produzioni anarchiche, con gli ultimi soldi alla fine del viaggio. Insomma un inconsueto senso di colpevolezza per essermeli persi: da buoni italiani incominciamo a credere quando ci dicono che un concerto inzia presto.

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Liars – Liars (Mute, 2007)

Liquidare questo quarto album dei Liars come il loro album più pop sarebbe fin troppo facile, però essendo questo quarto album dei Liars il loro album più pop, dove pop sta per accessibile, accattivante, melodico, ruffiano, orecchiabile, direi che non c’è altra strada possibile. Quarto album, di cui il terzo per la Mute, e dei tre pubblicati per detta etichetta sicuramente il più Mute oriented di tutti: wave, decadente, accattivante, orecchiabile eccetera. Produzione ai livelli dei Tv On The Radio, con i quali qui e là condivide qualche similitudine, suoni ottimi, rotondi e pieni. Mi piace perché a tratti lo trovo quasi quasi geniale nel suo genere, che poi non so qual è il suo genere in effetti, ma tant'è.

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June – Happy Boys Cry Loud (Here I Stay, 2007)

La Here I Stay è l'etichetta sarda che qualche tempo fa aveva fatto uscire i Plasma Expander in collaborazione con Wallace, un buon gruppo post-rock/math che a tratti mi ricordava i Golden (l'altro gruppo del chitarrista dei Trans Am). I June riconfermano la vena marcatamente melodica dell'etichetta ma se i conterranei Plasma Expander la giocano sul tiro e sul rock, i secondi giocano sulla melodia pop conclamata. Il gruppo di Cagliari è più che mai figlio della perfida Albione tanto che forse viene anche facile paragonarli ai Belle and Sebastian, il fatto è che volente o nolente ci assomigliano davvero tanto.

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