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Walter Prati, Evan Parker/Lukas Ligeti, Joao Orecchia – Phonometak #9 (Phonometak/Wallace, 2012)

Il penultimo capitolo della Phonometak Series ospita le gesta di quattro bei nomi dell’improvvisazione, accoppiati due a due. Walter Prati ha in curriculum, fra le altre, collaborazioni con Thurston Moore, Robert Wyatt e Gianfranco Schaiffini (già nel Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza) e il suo sodalizio con Evan Parker (carriera quarantennale al fianco di Derek Bailey e dei più grossi nomi dell’impro mondiale) ha già fruttato diverse incisioni. È invece inedita l’accoppiata fra Lukas Ligeti, che avevamo incontrato in The Williamsburg Sonatas in compagnia di Gianni Gebbia e Massimo Pupillo e il polistrumentista Joao Orecchia, all’opera in vari gruppi e in collaborazione con Joseph Suchy.

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L’Ultimo Disco Dei Mohicani, intervista a Maurizio Blatto

Una varia umanità che spazza via qualsiasi noiosa "pippa" da appassionati di musica. La negazione assoluta di qualsiasi nozionismo musicale fatto apposta per escludere i non unti. Una girandola di personaggi tragicomici maledettamente reali: a metà strada tra una canzone di Jannacci e i fumetti di Alan Ford. Questi e decine di altri motivi rendono necessaria la lettura del primo libro di Maurizio Blatto, critico musicale di Rumore e negoziante di uno tra i più importanti negozi di dischi di Torino. Backdoor per l'appunto. Per leggerlo, non è necessario sapere quale accordatura usa Thurston Moore o di che segno zodiacale era Jerry Garcia: per godersi L'Ultimo Disco Dei Mohicani è sufficiente aver voglia di farsi quattro risate e, come in una striscia di Altan, non aver vergogna di mostrare le proprie deformità. Sia chiaro, non sto incensando né Moby Dick e nemmeno un tomo di Simon Reynolds, ma promuovo il diario di bordo di un navigante che annota una città in inevitabile cambiamento, ma che, nei ricordi e nei personaggi di chi narra, continua a pulsare un' italianità che non dovremmo mai dimenticare. Quella che il tempo ci sta togliendo.

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Daniele Brusaschetto – Fragranze Silenzio (Bosco/Sincope/Bar La Muerte/Chew-Z, 2010)

Uscita di fine anno per uno dei “best kept secret” italiani… ma si tratterà realmente di un segreto? Daniele Brusaschetto a suo modo rappresenta un caso a parte in molti sensi, in fin dei conti è vero che ha sempre lavorato nella disattenzione della stampa ma è altrettanto vero che ha sempre avuto uno zoccolo duro di estimatori (come ad esempio Dorella di Bar La Muerte che non a caso è sempre stato dietro alle sue produzioni).

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…un quadro di Giacomo Spazio

…il titolo di quest'intervista si riferisce a inventario dei La Crus e la menzione non è per nulla casuale: Giacomo Spazio, in contemporanea con la sua carriera da artista è stato fondatore della Vox Pop, della Cane Andaluso, poi grafico, musicista (fin troppo sottovalutato http://www.discogs.com/artist/Giacomo+Spazio), "agitatore culturale", manager, tramaccione, ideatore e forse leggendo vari passaggi dell'intervista… anche casinaro a vario titolo. Spazio è una delle chiavi di volta che ha retto il circuito indipendente italiano fra anni '80 e '90, non a caso la sua storia si intrecci inestricabilmente con quella di gruppi come Afterhours, Carnival Of Fools (pre-La Crus), Casino Royale, alla libreria Calusca di Primo Moroni, alla Shake, a Rumore ma anche a molto indie più o meno recente come Giardini di Mirò, Alessandro Raina, Milaus giusto per citarne alcuni. Ma ciò che più importa, il suo vigore ed il suo egocentrismo quasi adolescenziale dimostrano ancora più che le sue parole, quanto ci tenga a sottolineare di esser vivo "hic et nunc" perché come diceva qualcuno, al di là del passato, "il tempo è ora"…

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