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Hazardous Waste – El Coche Boogalero (Autoprodotto, 2012)

Se pensavate essere arrivati ai confini del garage rock con Pussy Galore, Piranhas e Hospitals dovrete ricalcolare il percorso. Gli Hazardous Waste non suonano garage, suonano mal di testa. Detriti metallici, anarchici, completamente fuori da qualsiasi organizzazione sonora che continuano ad allontanarsi dal big bang verso una rovinosa deriva senza fine. Per certi versi encomiabili per altri esecrabili, questa band suona interessante quanto qualsiasi cosa così palesemente fuori da qualsiasi forma di mercato o di concessione al pubblico.

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Paolo Cantù: soltanto io, da solo.

Paolo Cantù si è fatto le ossa in seminali gruppi dell’industrial italiano all’inizio degli anni ’80, ha suonato la chitarra nella primissima formazione degli Afterhours, è stato parte di un gruppo fondamentale per la musica sperimentale come A Short Apnea, ha militato in Six Minute War Madness, Uncode Duello, EAReNOW e in un’infinità di altri progetti, di cui ci siamo spesso occupati. Chiusi tutti i precedenti capitoli, quest’anno la sua storia è ripartita con un nuovo nome, Makhno, e un album, registrato in quasi completa solitudine, che è da annoverare fra le cose migliori uscite nel 2012: Silo Thinking è un’opera intensa e complessa, diretta ma non facile da circoscrivere in tutte le sue molteplici diramazioni. Abbiamo voluto saperne di più e, già che c’eravamo, ne abbiamo approfittato per ripercorrere le tappe della sua carriera.

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Cafeteria Dance Fever – Danceology (Hovercraft, 2012)

Garage quasi tipo Cramps. Suoni sporchissimi che in confronto il tradizionale Lo-fi è una roba passata sotto l’engineering di Brian Eno. Voce alta (non forte, proprio alta come tonalità), volutamente poco curata e vagamente stridula al limite del fastidioso. Questo mi dicono da subito i quattro componenti dei Cafeteria Dance Fever, gruppo di Portland – che sta agli States come a noi Berlino, nel senso che da lì esce spesso la roba che poi diventa trendy in un certo giro e nel giro di poco – che non fa mistero di gradire sonorità retrò-casinare come quelle che a loro tempo potevano proporre i Sonics (ecco, diciamo che un classicone come Psycho, magari anche versione live, può dare un’idea).

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