Spring Sale! – Drown Yourself In Shoes and Sweaters (Betulla, 2006)

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Il 2006 è stato l'anno delle rivelazioni o presunte tali; dalle nostre parti si sono visti i veronesi Canadians nascere dalle ceneri degli Slumber, lanciare un Ep riuscitissimo che strizzava un pò l'occhiolino ai Death Cab For Cutie, un pò ai Grandaddy e un pò agli Weezer e poi il botto: citazioni addirittura su NME, successo in rete pauroso (su myspace il singolo del gruppo veronese risultò ascoltato più di qualsiasi altra canzone dei loro beniamini Postal Service). Fino alla vittoria all'Heineken Jammin' Contest e alla conseguente registrazione-consacrazione del nuovo disco al Jungle Sound di Milano. Speriamo che ciò non dia alla testa a qualcuno o faccia morire d'invidia altri. Diciamo che le nuove canzoni dei canadesi lasciano ben sperare. Su questa scia sembrano inserirsi pure i piemontesi Spring Sale! che hanno già all'attivo un bellissimo video su Flux (Absolutely Bingo realizzato con gli omini playmobil) e una partecipazione alla compilation tributo A Century Of Covers dedicata ai Belle And Sebastian in compagnia dei Canadians dei loro conterranei (e devo dire ottimi) The Sad Snowman.
Ecco, gli Spring Sale! non possono non starci simpatici, si sente una pretesa (solo in parte riuscita e vedremo poi perchè) di condensare in un disco tutto l'indie rock anni '90 che ci ha fatto sognare, partendo dai Dinosaur Jr., Pavement o dai Sebadoh (Forever Gameover sembra presa pari pari dai primissimi Dinosaur con tanto di basso distorto in coda), con l'aggiunta di tastiere giocattolo folli che tanto tirano oggi. Sarà la voglia di appartenenza, la cura maniacale – quasi feticista- dell'immaginario indie. Sarà il sito molto curato, con con tanto di citazione delle loro scarpe preferite (vedi la copertina): dalle Adidas Steve Zissou LTD alle Converse Jak Purcell… Stilosi nerd fin che vuole, fatto sta che alla fine, come succede sempre, bisogna dare la priorità al disco. E ve lo dico ragazzi, l'attacco di Old Skoll: Cut And Paste mi ha fatto sobbalzare dalla sedia da quanto è bello… e non solo quel brano. Cavolo, qui dentro c'è tanta potenzialità, forse lo dico perchè sono stato sempre un fan come voi dei gruppi che amate/ avete amato. Ci sono alcuni però, e mi piange il cuore dirlo, magari prendetelo come consiglio per il futuro: avete dei pezzi con dei giri incredibili (tanto da prendere lin considerazione l'idea di poter diventare i successori degli Slumber), che vengono sciupati da un suono troppo spesso livellato, monocorde che rende il disco un pò piatto, soprattutto se parliamo di una durata di quasi 60 minuti. Magari avete voluto confrontavi con il suono saturo e lo fi dei vostri antesignani senza porvi troppo il problema della resa. Ed è la voce, come forse altri vi hanno notare, su cui soprattutto dovete lavorare, perchè ci può stare anche il cantato stonato nel genere, però qui sembra proprio che delle correzioni (anche alla pronuncia) vadano apportate. Usando un paragone di un grande recensore di qualche anno fa, si ha come l'impressione, ascoltando il disco, che si sia messa a punto una vecchia Rolls Royce, per poi finire col gettarla a folle velocità contro un muro. Perchè in fondo dal disco si sente che qualcosa di importante stava per succedere. Forse succederà, per adesso la promessa non è stata mantenuta fino in fondo.
Myspace qui.