Shoplifting – Ep (Kill Rock Stars, 2004)

shoplifting

Secondo quanto ho imparato dai film, il comunismo, in America, è perseguito per legge. Ai socialisti fanno bere l'olio di ricino. E i revanchisti filo-sovietici pre-guerra fredda sono presi a ceffoni per strada. In effetti, chi, in questo nuovo millennio, pensa ancora di ristabilire una contrapposizione est-ovest, a metà tra la fantapolitica di Le Carrè e le armi di distruzione di massa alla Fleming, smoking compreso, andrebbe abbandonato, con la faccia scaramellata di miele, in una foresta ove si pratichi il ripopolamento dell'orso bruno. Nel paese dove la disobbedienza civile è più una gag da bar che un effettivo metodo di protesta, sentire parlare di taccheggiamento provoca già un brivido di quelli che chiudi la finestra e tiri dritto. Emuli di Winona Rider e di Jennifer Capriati, gli Shoplifting, quattro giovani di quelli che neanche in un negletto B-movie di provincia farebbero tremare i polsi a chicchessia, si lanciano in un territorio, fin troppo frequentato, se non già discretamente sputtanato: quello del sermone politico da congrega liceale alla Svenonious.
Tra le partiture dei Sonic Youth di fine anni '80 troviamo a torreggiare e scagliare i suoi incendiari dardi un dinamico duo, a sesso misto, di predicatori; una ricerca di cospiratori cui allearsi e oppositori contro cui scagliarsi che suona già così demodè. Dopo un 7" e prima di un LP, questo EP pone l'accento su tutti i limiti del trucchetto, tra nenie gordon-iane e tribalismi quadrati della batteria, per tacere delle "lancinanti scorie chitarristiche" (copyright Moore-Ranaldo).
L'urlo disperato di mille band, latrava qualcuno, che, qui, diventa istigazione a razziare le major, a punire, ma, anche e soprattutto, ad agire. Dì la tua, ragiona; i sogni ti garantiranno l'impunità rispetto alle tue incapacità. Questo è socialismo da Ginestra leopardiana: resisti, unisciti, stringiti, muoviti, dai testate in giro; prima o poi coglierai nel segno e otterrai quello che vai cercando.
Se anche il messaggio è più che condivisibile, non si vede però un contraltare, quello musicale vero e proprio, che come nei casi dei salmodianti più in voga dell'ultimo decennio (Fugazi/Evens e Nation Of Ulysses/Make-Up), riesca ad esaltare e imprimere una forza diretta alle parole. Un vero peccato, perchè poi finirà che a questi, passato il senso di immediata necessità, scemerà la voglia di conquistare e motivare nuovi cuori; con queste tentazioni poco affilate è sempre più difficile trovare un posto nella grande protesta contro tutto e tutti di questi anni vaghi.
E come ci insegnano i Simpson, a furia di taccheggiare, prima o poi, ti sgamano e la tua mamma ci rimane male.