Sigillum S – Coalescence of Time: Other Conjectures on Future (CD/LP Subsound, 2022)

L’incipit è immediatamente feroce ed animalesco, ferino, tipo una fossa cyborg. Come il più grande carnivoro malgascio i nostri sembrano sbranare costrutti artificiali con unghie, denti e frese. 3 minuti scarsi, per dare un tono all’ambiente. Eraldo Bernocchi e Paolo Bandera, coalizzati stabilmente, sono il ritratto di quanto l’erba cattiva non muoia mai. Insieme a loro, ormai da qualche anno, Bruno Dorella. Il fastidio, che determinati suoni scatenano, serve a non creare prigioneri ma ad azzannare la nostra attenzione, catapultandoci in quella che sembra una congrega di monaci zen dilaniata da un DJ dalle mani di piombo, e più si avanza più il carico si fa tosto. Guardate la copertina (a cura di Petulia Mattioli, splendido artwork sul serio), cemento, ruggine e chiodi, in apparenza ordinati. Ora immaginatevi in mezzo, alzando il volume, facendo vibrare il tutto e risuonando magneticamente, fino a diventare una calamita per chiodi e masse materiche di un certo peso. Questo è Sigillum S, possenza in apparenza confusa durante una danza. Volano sberle, cercare il colpevole è come beccare il soldato giusto in quel giochino infame, con 35 anni d’esperienza sanno benissimo come farci stare attenti, concentrati, sempre al limite. A tratti appare un piano, quella che sembra una betoniera, delle presenze di altri mondi, campane, sabbia e cemento: la grazia con la quale i Sigillum S costruiscono questi stralci è ben più che prassi od allenamento, c’est la classe.
Pochi giorni fa i tre fusti posavamo con veemenza dinnanzi alla Casa per Anziani Umberto I di Pordenone, in zona per il XIX Congresso Post Industriale. Senza scherzare troppo li definii l’utenza del mio Centro Diurno ideale, struttura immaginifica con attività come:
NOISE 24/7, MAGLIA E CUCITO, CACCIA ALLE RANE, CICUIT BENDING E BARBERA, ECONOMIA DOMESTICA, CONFERENZA “come sposare moshpit e fratture al femore”.
Una boutade, certo, ma immaginiamoci per un secondo che il mondo abbia potuto prendere questa via, una società finalmente aperta e sposata al rumore come virtù, all’espressione senza freni come esperienza validante e comune. Faremmo colazione al mattino canticchiando il groove assassino di Encapsulating A Star Output come se i nostri fossero i Benny Benassi di un giusto pianeta. Quando poi i toni si allentano, dopo aver mandato in acido un’intera cultura si tratta di Extinction, quindi la positività non sembra essere fra le pagine di questo racconto sonoro. Verso la fine si allacciano quindi pesanti scudisciate in cordoni per rinforzare la struttura di un’opera che, ad orecchie vergini, lascerà un attonito senso di soddisfazione.
A quelle esperte, beh, pure.
Electrica stazza.