Polite Sleeper – Lake Effect (Expect Candy, 2009)

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Già di spalla a Parenthetical Girls e Wavves (con cui condividono poco come sonorità) e con un passato hc-punk – fattore che accomuna molte band che si buttano sul genere – gli americani Polite Sleeper, alla seconda uscita dopo Seens, giocano a carte scoperte senza voler stupire a tutti i costi. Placido folk, senza vene psichedeliche o freak che, mostri a parte, spesso lasciano il tempo che trovano. Solo piccoli accenni alla bassa fedeltà (So Serious)…
Nulla da far gridare al miracolo: batteria che spesso nelle fasi calanti dell'album si inserisce di slancio, memore dell'illustre passato (These Are Not Fall Colors, Eleven Months) e una voce molto particolare con riferimenti che danno quel non so che di sicuro e già sentito: Mountain Goats, qualcosina dei Defiance, Ohio lenti e John Vanderslice. Come no, pure Jason Anderson su tutti, direi, per l'impronta che hanno i brani (specie From Wainting List To Walk In). Registrato sotto una bufera di neve da Aaron Prellwitz – già al lavoro con Death Cab For Cutie, lo stesso Vanderslice, Mark Kozelek, e Erase Errata fra gli altri – Lake Effect è quello che comunemente si potrebbe definire un disco senza infamia e senza lode, senza canzoni che fanno gridare al miracolo, ma decisamente nella media. Forse tra i primi dischi da camino acceso ascoltati in questo periodo.