Plasma Expander – S/T (Wallace/Here I Stay, 2007)

L’ennesimo frutto del sottobosco che esordisce su Wallace? Degli esordienti?…direi che sì per la prima, visto tratta di un esordio, ma che no, non sono esordienti visto che il gruppo include membri dei Bron Y Aur.
Come il confetto Falqui basta la parola ed è subito: “rock”, ma attenzione, perchè a differenza del gruppo di origine Fabio Cerina non fa nulla di troppo “seventies” e di tanto meno krautesco, anzi, se fossimo yenkee forse diremmo “dear ol’ post rock the way it was meant to be”. E se siete di quelli che “la Wallace fa-roba-strana-ma-i-Rosolina-mi-piacciono-perché sono-melodici-hanno-gli-arpeggi-e-sono-divertenti”, raddrizzate bene le antennine perché allora i Plasma Expander potrebbero divertirvi parecchio visto che oltre ad una perizia rock da matematici di Chicago abbinano un po’ di sano gusto per la melodia. I referenti sono più che mai americani, da alcuni Gastr Del Sol solari (scusate il gioco idiota) ai Golden, dai Windosor For The Derby non ancora cantautoral-Gira-agli-Shellac mazzulatori, insomma avrete capito che si tratta di melodia ma anche di “rock” di quello bello solido. C’è spazio per qualche deviazione vagamente free, ma melodie aperte e per nulla depressive e tiro la fanno da padrone tanto che a tratti viene quasi un po’ da fare “head-banging”. Ogni tanto fa capolino la voce, ma di base si tratta comunque di rock strumentale (non per nulla ho menzionato i Golden e non i Trans Am, ma a tratti ci starebbero anche loro a tratti). Brutto fare paragoni ma senza dubbio meglio di molte cose di genere sentite in questo ambito, sia per il tiro che per il gusto, molto meno sperimentatori degli Aur ma si potrebbe scrivere che sono prodotti diversi di una cultura simile e questo è quello melodico. Vi ricordate quei gruppi minori come Dianogah, Hurl, ed alcune derive più fisiche di Rex e soci?…beh, se vi mancano questo è pane per i vostri denti.