Pietro Riparbelli torna con un disco solista a suo nome, facendo tesoro delle pubblicazioni in duo a nome Zone Démersale e andando ben oltre: Vacuum esce con il biglietto da visita della pubblicazione da parte della Dirter Promotions (etichetta legata a Steven Stapleton di Nurse With Wound) e segna un punto notevole nella sua discografia. Archiviata l’esperienza maggiormente legata alla dark ambient, elemento ormai impercettibile, in questa nuova fase creativa di Riparbelli restano le sue field recordings cristalline e impeccabili e il gran gusto nella composizione di ambienti sonori. In Vacuum c’è un’elettronica analogica poco classificabile, con qualche stilema techno riusato in modo personale e ben poco ballabile: musica rallentata e ipnotica, che gioca molto con gli echi e con le basse frequenze creando atmosfere scure ma non cupe e anzi con spunti quasi estatici. Il mastering di Giuseppe Ielasi rende al meglio su questi suoni e le belle foto di Elena De Angeli danno l’idea di come sia il disco: poca luce, molte ombre e tanto uso del vuoto.