Philippe Petit – Multicoloured Shadows (Aagoo, 2015)

Philippe Petit è sempre lui, multiforme – per quanto la cosa possa sembrare un ossimoro – e prolifico: per quanto ormai il suo catalogo esca in buona parte su Aagoo, non è facile raccapezzarsi nel nugolo di uscite che toccano la ventina solo negli ultimi cinque anni. Nella grande varietà stilistica, tuttavia, Multicolured Shadows fa un po’ storia a sé essendo la celebrazione dei trent’anni di attività del nostro.
Trent’anni e sentirli tutti -verrebbe da dire- rinchiusi nei 50 minuti di questo disco, che quanto a varietà non si fa mancare nulla, sia per stile che per quantità di strumenti impiegati, dai giradischi manipolati ai più vari macchinari elettrici ed elettronici. L’iniziale Yourselfosophy è quasi un manifesto, con l’alternanza fra melodie, ritmi e rumori, continui cambio di scenari fra tripudi di echi e riverberi dub, reminiscenze jazz, violenti cut up elettroacustici e aperture ambientali. Come esordio non c’è male e direi che a un quarto d’ora di musica non si potesse chiedere di più. La seguente Pyramid Of the Moon è più riflessiva, passando da drone meditativi ad architetture maestose, fino ai soundscapes nuovamente rilassati del finale, una traccia evocativa che ben riflette il titolo. Anche la traccia conclusiva allude a un luogo, il parco naturale australiano di Tidbinbilla, ed è speculare a quello d’apertura, con toni rilassati che vanno man mano caricandosi di rumori e suoni che prendendo la forma prima di un’elettronica spigolosa, poi di una cascata di note quasi barocca (generata, suppongo, dal salterio elettrico), infine di battiti lenti e rumori che attraversano uno spazio notturno, popolato tenui suoni pulsanti e bassi borbottanti. Sono lontani i tempo dove Petit militava fra le file dell’avanguardia più rumorosa, ma il mestiere – intenso in senso nobile, manifattura d’altra scuola – gli consente di mettere insieme un lavoro che combina anni di storia creando un’opera complessa ed equilibrata, un piacere per le orecchie. Cento di questi trent’anni!