Phill Reynolds – A Ride (Bronson, 2022)

Le mani corrono veloci sulla chitarra, la voce è sofferta ed i paesaggi sono quelli di una prateria, rurali, sofferti e romantici. Ma c’è qualcos’altro che corre nelle mani e nella voce di Silva cantele quando indossa i panni di Phill Reynolds. Quella che sembra un urgenza ed un bisogno di aprirsi e di mostrarsi, aumentando il ritmo a capicollo verso figure stagliate sul fondo, le più classiche come possono essere i Clash, Johnny Cash o certe cose dei Violent Femmes. La tecnica, sopraffina, è messa a servizio dello storytelling, con quella voce che ci guida quasi senza accorgersene, in una sorta di violentissima musica acustica.

Silva Cantele la canta e la suona in diversi progetti dal 1998, da progetti coesi ai Radio Riot Right Now ai Miss Chain & the Broken Heels, agli Hearts Apart, al Nuovo Canzoniere Partigiano. Ma, soprattutto, Phill Reynolds, che in questo album continua a camminare verso un orizzonte polveroso, la voce catramata, la chitarra come un serpente sfuggente. Quando arriva A Clockwork Dream possiamo immaginare quanto stuzzicante potrà essere un progetto a maggior respiro, con un ensemble più amplio ( tra gli ospiti nel disco citiamo Stefano Pilia, IOSONOUNCANE ed i C+C=Maxigross). Quando invece il volume si riduce ad uscire è la voce di Phill, la facilità con la quale cattura l’attenzione è un segno distintivo di personalità e di maestria. A Glow Beneath The Abyss ci fa capire quanto anche le atmosfere strumentali possano essere nelle corde di Phill, ma questo non è il momento. Qui ci sono le canzoni, semplici e compiute, da mandare e rimandare. Con un buon bicchiere, sotto ad un portico, alla guida provando raddoppiarne le vocali. Ci riusciremo di sicuro, dando il giusto tempo ad un disco onesto e sentito, rispetto al quale ondeggiare e stringerci con piacere. Piove. It Rains, il disco è ormai finito, ma sono tentato da un secondo giro…