Parquet – Sparkles & Mud (Carton, 2023)

Musica strumentale, ritmica, rutilante ed infinita quella dei francesi Parquet. Fiotti di canzoni che si fanno spazio su binari precostituiti e scambi limati al decimo di millimetro. La lucidità nella forma rimanda alle cose più limpide dei Ratatat o alle forme dei Rapture, traslate però nella flatlandia di Abbottiana memoria, giacché tutto è calcolo e geometria. Enfasi dance costruita con strumenti wave, come se gli Storm and Stress fossero stati scritturati dalla DFA. I pattern dei brani e le loro lunghe durare richiamano la trance e le lezioni minimaliste sulle ripetizioni più che gli sfarzi progressivi, sposando in questo senso una forma techno acustica a tratti sorprendente. Il suono e le tracce si fanno seguire con molto piacere anche se la domanda che ci si pone di fronte ad un lavoro di tale mole è il bisogno di spingersi così in là con questo tipo di materiale. Forse meglio sarebbe stato ragionare su un formato più corto dove, periodicamente, far uscire due/tre tracce. Avremmo avuto più aria nell’assorbire Parquet che in questa maniera risultano essere debordanti e difficile da digerire dopo i primi venti minuti di ascolto. Disco affabulatore, coinvolgente ed esagerato, nei suoi 70 minuti di durata ci spinge a forzare noi stessi, acusticamente e fisicamente, fino a portarci ad alzare i nostri ritmi e la nostra resa.