Tornano a farsi vivi gli Owls di Eraldo Bernocchi, Tony Wakeford e Lorenzo Esposito Fornasari dopo il felice esordio. Avevo temuto potesse trattarsi di un progetto estemporaneo, di quelli che vivono giusto il tempo dell’incisione di un album e di qualche data dal vivo, invece, nonostante gli impegni dei membri, i tre perseverano e danno alle stampe un 7” a tiratura limitata che anticipa l’uscita di un nuovo lavoro sulla lunga distanza.
In ossequio al detto “anche l’occhio vuole la sua parte”, prima di dedicarci al contenuto è doveroso spendere qualche parola per la grafica, opera di Petulia Mattioli: una rivisitazione in chiave dark dei lavori Reinhard Hippen per la Ohr che non so dire se più inquieti o commuova, ma che certamente non può lasciare indifferenti e vale da sola l’acquisto. Venendo alla musica, il gruppo prosegue sulla linea tracciata dal disco d’esordio, bilanciando con sapienza elementi elettronici e (neo)folk, raggiungendo una coesione sempre maggiore: i confini fra i generi si fanno sfocati e se qualcosa può richiamare i Sol Invictus più romantici, nel complesso si respira un’aria che è propria solo degli Owls. Scars e Child sono due ballate in qualche modo classiche, segnate dalla voce di Wakeford: la prima è trascinante e psichedelica, con la chitarra in bella evidenza, la seconda -dove gli strumenti sintetici hanno maggior peso- più cupa e struggente, rappresenta l’ideale commento sonoro alla grafica di copertina; ha tutti i numeri per diventare un classico. Scars/Child è un preludio davvero promettente in vista della prossima uscita: l’attendiamo trepidanti.