MUSIQUE INFINIE – Earth (Hallow Ground, 2024)

Zemlya, Terra, è il titolo del lungometraggio di Alexander Dovzhenko del 1930 che Musique Infinie, progetto creato dai musicisti elvetici Feldermelder e Noemi Büchi, hanno musicato per la 24esima edizione del festival Videoex, dedicato ai film sperimentali. Com’è accaduto con i Damāvand la bontà del progetto si percepisce nel trascendere l’opera lasciando all’ascoltatore una polvere di atmosfera. Qui, sin dalle prime note, si è all’interno di un suono cosmico che va a stringersi, trasformandosi in nuclei e grumi sempre più serrati, per diventare materia fertile. Sono movimenti tenui, tra i Tangerine Dream e l’euritmia, mai banali per un’energia ed una personalità che scalpitano, come di conviene alle cellule organiche più fresche. È Creation del resto, atto magico, divino per alcuni, evoluzione di calcolo e programma in realtà. In Destruction la sensazione è quella di una maggior contrattura, tensione. Un’incombenza spaziale che viene caricata da suoni maggiormente elettronici e chiusi ma che, al netto di quello che si suppone sostenga, accompagni e descriva, si muove in maniera meno didascalica di quel che si pensi. Il tocco dei due musicisti elvetici è sempre e comunque rivolto alle alte sfere, con tanto di cori angelici e sulfurei. Del resto Lucifero era un angelo al quale hanno tagliato le ali e Dio vede, provvede ed a volte si incazza come una iena. Questo, oltre all’aria sovietica del film di Dovzhenko ed alla storia di Vasili e Natal’ja, sbroglia i confini e la musica infinita del duo in maniera non scontata e briosa. Due su due in breve tempo, per due album distanti fra loro e che sembrano essere solo due tasselli di una storia che potrà soltanto crescere.