Mary Timony – Untame the tiger (Merge, 2024)

Rimasi innamorato di Mary Timony e dei suoi Helium poco prima della mia maggiore età. Galeotto fu The Dirt of Luck, album che ancora oggi mi sembra tenga benissimo il passare degli anni, tra indie rock, folk e psichedelica. Poi Mountains, debutto in solo che però non fece breccia nel medesimo modo, chissà poi perché? Fatto sta che nel 2024 Mary torna con un disco, primo in 15 anni e primo su Merge, casa dei Superchunk, rimanendo quindi fra spiriti affini. È una cantautrice matura, che riesce a districarsi fra un rock cantautorale (od un cantautorato rock, mettetela come volete, che la somma degli addendi quella è) che profuma di libertà riacquistata, del disco fatto (e prodotto) come pareva a lei, anche e forse proprio perché la concezione di questo disco si è sovrapposta ad un periodo come familiare curante per i propri genitori. Il ritagliarsi degli attimi personali (in bicicletta, o passeggiando) in cui ideare un proprio gesto ed una sua idea gli ha dato forza e personalità. Questa elaborazione non ne inficia la freschezza, anzi, visto che contiene fuor di pezzi che promettono di diventare sing a long come una Dominoes calda, leggera e briosa. Si sente la rilassatezza di chi ha bazzicato per anni certi pentagrammi ed ora si rilassa, donandoci piccole gemme fortunatamente grezze e freschissime. Quando prendono tempo e si estendono come Looking for the Sun siamo semplicemente felici di poterceli godere tutti. Ci prende per mano nei suoi sogni Mary, in uno strano mondo fantasy dove gli archi sembrano ergerla alla ricerca di un velo di Maya che cambia continuamente forma e colore. La totale track è stupenda ed il fatto che reciti “…What do I get from living you? Just this song about the pain…” ci fa adorare ancor più Mary, in quello che è a tutti gli effetti uno splendido album di elaborazione personale, dai toni caldi e succosi, che in poco tempo tempo ci porta a battere i piedi per dare il nostro contributo alla causa.

Si chiude in minore, intorno alle profondità, intorno alla coppia, intorno a quell’amore che va e che viene, mentre orbitiamo intorno al sole accompagnati dalla splendida musica di Mary Timony.