Antonio Tonietti prende spunto da Lo Squalificato di Osamu Dazai con una piccola corazzata di amici musicisti (Silvia Pegah Scaglione, Giorgio Pinardi e Claudio Milano alla voce, Massimo Amato al piano e Tetsuroh Konishi al modifier alto recorder) a rappresentare, come nelle corde del romanzo, la difficoltà di relazione, l’apparente pazzia, il disagio ed i comportamenti non conformi. Lo fa tramite i suoi strumenti autocostruiti ma soprattutto lo fa attraverso una gran sensibilità ed equilibrio. La musica pare scaturire da una fioritura spontanea, quasi si nutrisse della realtà e della storia per suggerne il midollo prendendone possesso. È liquida ed oscura, ricorda certi lavori di noise ambientali ma ha dalla sua un romanticismo palpabile ed una tensione che a tratti spaventa. Nel terzo brano le corde scorrono verso un basso che non precipita ma ci accompagna in una sorta di pantano, ormai sconnesso dalla società. Ōba Yōzō sembra ormai essere stato catalogato, categorizzato ed a nulla potrebbero servire i suoi sforzi, tanto che il canto di Giorgio ha l’aria di essere foriero di un passaggio di stato quasi definitivo. No Longer Human è un disco affascinante, semplice ed in grado di trasportarci in una sorta di set immaginario, dove seguire le peripezie del nostro. Nell’epilogo Silvia fa agire e parlare Ōba attraverso la sua persona, in una lucidità che si stacca dall’umanità e dalla società avenda preso coscienza dell’inutilità di buona parte di essa. Intorno il mondo, tra rimbrotti, scampanellii, ritmi lontani e quell’atmosfera nebbiosa e sacrale che ben si sposa al terreno dell’azione. Un viaggio inquietante, incantato e magistrale, lontano il più possibile dalla falsa umanità.