Marcus Fischer & Simon Scott – Shape Memory (12K, 2018)

Compagni di etichetta, l’americano Marcus Fischer e l’inglese Simon Scott si sono incontrati a Portland per registrare questo disco avendo a disposizione una sola giornata: campioni e suoni già scambiati in anticipo in rete, i due si sono dedicati a tornire suoni ambientali nella galleria d’arte S1, che offre anche uno spazio dove suonare e registrare la propria musica (http://s1portland.com un’idea da replicare…). La giornata a Portland è capitata durante il tour degli Slowdive, band di cui Scott è batterista: personalmente non ero a conoscenza di questa sua altra anima musicale, ma è stata una piacevole scoperta. Il duo dà davvero la sensazione di una registrazione naturale e live, per nulla sintetica, in effetti oltre a campioni e nastri ci sono anche chitarre, sintetizzatori, piatti, percussioni, rielaborazioni di registrazioni dal vivo, oggetti suonati con microfoni a contatto. L’effetto complessivo è davvero affascinante, i tre movimenti del disco sono una continua e lenta evoluzione di trame, suoni e rumori, per un ambiente sonoro intrigante e avvolgente che non annoia: il gusto per la ricerca sonora e la capacità di mantenere sempre una certa tensione fanno sì che il disco si beva tutto d’un fiato.