Il boss dell’etichetta più il chitarrista degli ottimi Bonora e un tot di macchinari, questo l’organico dei Lady Vallens, che dopo l’album Double Mirror, esordio dello scorso anno, se ne escono con questo EP di cinque pezzi, due strumentali inediti e tre brani rivisitati in chiave elettronica, il tutto, come tradizione, in libero scarico dal sito della Second Family.
Se Double Mirror appariva come un ibrido fra certa new wave (nella voce e in alcune ritmiche) e lo shoegaze industriale dei primi Jesu, Noon si sposta verso suoni maggiormente di confine, con l’elettronica che quasi polverizza il suono delle chitarre e cancella ogni residuo degli anni ’80. Il rumore di fondo, che spesso si guadagna la ribalta, non sa più di My Bloody Valentine ma piuttosto di Sunn o))) e se atmosfere darkeggianti fanno ancora capolino, più che romantica malinconia evocano il cupo cinismo degli Swans. Confrontate le versioni di Hindu Gods e Death Katana che trovate qui con quelle contenute sull’album vi sarà chiaro. Nella prima la voce intona un mantra scuro in luogo del cantato Joy Divisioniano originale, mentre il bordone che monta finisce per trasformare la canzone una sorta di drone-shoegaze. La seconda riceve un trattamento meno brutale ma viene comunque sommersa da una coltre di rumore che ne trasfigura i profili. Il terzo pezzo cantato, Floware, ripreso da una compilation su Silent Flow, si attesta su coordinare simili a Hindu Gods. Ancora più significativi i due pezzi strumentali, che liberi da composizioni pregresse, si spingono ancora più in là. Il pezzo eponimo è doom industriale dall’incedere lento e di fattura davvero buona, mentre Afternoon sarebbe la colonna sonora ideale per un documentario su un paesaggio urbano abbandonato. Certamente un EP può sempre contare sulla brevità che allontana il rischio di annoiare, ma non è solo questo che rende Noon un passo avanti rispetto a Double Mirror: il discorso musicale è qui più unitario e coerente, i modelli di riferimento meglio metabolizzati, il suono decisamente più attuale; siamo sulla buona strada.