K11 Pietro Riparbelli With Influx – He Tries To Come To Us (Radical Matters, 2013)

Di He Tries To Come To Us vi avevamo già parlato in occasione della performance di K11 allo spazio Superfluo di Padova, un paio di anni fa. Ora il progetto si amplia secondo linee guida coerenti e giunge a noi con un VHS che ci proietta con forza in una realtà altra, simile ma non perfettamente coincidente con la nostra. Sul nastro, con la parte visuale a cura del duo Influx, ritroviamo le stesse immagini che vengono proiettate durante le esibizioni dal vivo, ma qui assumono il carattere di un’esperienza sensoriale autonoma e indipendente, fruibile da chiunque sia ancora dotato di un lettore adatto al supporto. Un’esperienza che si rivela ancor più significativa, coinvolgente e, nell’invadere il nostro spazio domestico, in una certa misura inquietante.
Non ci sono titoli di testa: appena inseriamo la cassetta e lo schermo si illumina, veniamo catapultati senza preamboli all’interno del vecchio ospedale psichiatrico di Volterra e attraverso lenti piani sequenza ci aggiriamo in stanze disadorne, con le pareti scrostate e sporche, i soffitti sfondati, le grandi finestre sbarrate, gli infissi divelti. Siamo alla ricerca dei graffiti che Oreste Fernando Nannetti, in arte N.O.F., ha inciso in un misterioso alfabeto durante il suo ricovero nella struttura, ma raramente come in questo caso il percorso conta più del raggiungimento della meta. Visivamente siamo a metà strada fra The Blair Witch Project e le sequenze oniriche de Il Signore Del Male di John Carpenter: i movimenti di macchina sono lenti ma scossi da repentini spostamenti, mentre i colori ci appaiono saturi e alterati dai cambi di frequenza dovuti alla sensibilità ai campi magnetici delle radio cineprese, sensibilità che non di rado provoca la deformare delle immagini stesse. La musica, composta da materiale captato ed elaborato all’interno dell’edificio, è un bordone che oscilla fra picchi di rumore e improvvisi momenti di quiete e sembra trasudare dalle pareti, generarsi dagli spazi che attraversiamo. Da sempre la musica di Pietro Riparbelli richiama alla mente immagini e luoghi, e il fatto di trovarla così strettamente legata ai visual avrebbe potuto in qualche modo disinnescarne il potere evocativo. Tutt’altro: in He Tries To Come To Us immagini e suono non arrivano mai a fissarsi in una forma definita, non ci danno alcuna certezza, immergendoci anzi in un mondo fluttuante, come se la ricerca dell’opera di un uomo che ha visto oltre questa realtà si trasformasse essa stessa in un’esperienza liminare. In una discografia che conta diverse opere importanti, questo lavoro si segnala certamente come uno dei più significativi.