Justin Marc Lloyd – Funeral (Sincope, 2012)

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Uno dei tanti fuoriusciti dal giro HC dei ’90 fulminati sulla via del rumore (sebbene militare in un gruppo powerviolence chiamato Surf Nazis On Ecstasy non possa valere nel curriculum come esperienza di bel canto), si presenta a noi con questo CD 3″, ennesimo parto di un 2012 che, stando a Discogs, ha abbondatemente passato le dieci uscite.
Può, un disco che esce per Sincope, essere descritto come agile, divertente, poco impegnativo? Justin Marc Lloyd risponde di sì, pur sottolineando che siamo nell’ambito della musica per molti ma non per tutti. Forse nel timore di annoiare, nonostante la durata che non arriva ai 25 minuti, il nostro mette insieme quattro pezzi uno diverso dall’altro. Si inizia con le mareggiate di ambient-industrial aritmico di The Magical Death Of A Tangible Blonde, che vengono affiancate dalla brevissima, brutale e spigolosa Active Hive, una voce che predica sommersa da spipolamenti free noise; ancora più lancinante è The Shocking Death Of A Magical Bond, il brano più lungo del disco, che avanza lento col ritmo regolare di un macchinario, si stempera su un tappeto di percussioni minimali che infine diventa la base di un nuovo assalto di rumore, con frequenze basse che si impennano all’improvviso e voci filtratissime, combinando egregiamente rumore in forma libera e cadenze industriali. Beautiful Erasure chiude con un suoni di percussioni talmente saturo che sembra lì lì per sbriciolarsi, ed è forse quello che capita, se dopo un eccesso al limite del rumor bianco il brano si affievolisce fino a spegnersi. Nessuna traccia di noia, quindi, invece un bel campionario di tutti i colori del rumore: a voi decidere quale preferite.